Ascolta Ultimo e si risveglia dal coma. La pesarese Rosa ora ha un sogno: «Vorrei incontrarlo per dirgli grazie»

La 38enne ha battuto una grave patologia: «Cantavo “Sul finale” nella mia mente. Uno striscione per lui portato a Roma». Il precedente pesarese di Marco Manzini risvegliato da Zoff

Ascolta Ultimo e si risveglia dal coma. La pesarese Rosa ora ha un sogno: «Vorrei incontrarlo per dirgli grazie»
Ascolta Ultimo e si risveglia dal coma. La pesarese Rosa ora ha un sogno: «Vorrei incontrarlo per dirgli grazie»
di Gianluca Murgia
5 Minuti di Lettura
Venerdì 28 Aprile 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 07:16

PESARO - È stata in coma per un mese, intubata, sospesa tra la vita e la morte. Poi, come per miracolo, si è risvegliata ascoltando le canzoni di Ultimo, il cantautore romano, che una infermiera le metteva in sottofondo, vicino al letto. Da quel giorno il suo più grande sogno «è di conoscerlo, potergli stringere la mano e ringraziarlo». 
La storia di Rosa, pesarese di 38 anni, inizia con una mail di Michela, ragazza che con lei ha condiviso dolore e speranza. Da una parte la volontà di riprendersi la vita e di urlare al mondo la propria voglia di vivere, dall’altra una corazza da ricostruire, giorno dopo giorno, tutelando se stessa e la famiglia dopo una patologia grave, lunga, dolorosa e che ha messo a dura prova anche genitori e amici più cari. «Ho promesso alla mia cara amica di aiutarla - racconta Michela - Vuole rimanere anonima, basta il suo nome di battesimo. Ha girato tanti ospedali e strutture. A giugno dello scorso anno è entrata in coma: l’hanno portata via in elisoccorso. Sembrava non ci fossero più speranze. Poi, ascoltando quelle canzoni è tornata alla vita». 

Lo striscione portato a Roma per Ultimo
 


L’aiuto dell’infermiera fan


Insieme, noleggiando un’auto (perché non può ancora frequentare luoghi affollati), sono andate a Roma solo per mettere uno striscione davanti al bar “Caffè del Parco”, locale di San Basilio abitualmente frequentato da Ultimo, all’anagrafe Niccolò Moriconi, 5 album all’attivo, 55 dischi di platino, 18 d’oro e stadi sold out ad ogni concerto. Lo striscione di Rosa è ancora lì, da giorni. La foto gira nelle fanpage del cantante, su YouTube e Twitter. Per questo è stata contatta dal padre di Ultimo ma «sappiamo solo che lui ora è in America. Speriamo che tramite il giornale possa arrivargli questo nuovo appello». Rosa si è ripresa definitivamente lo scorso novembre. «Tutto è iniziato a gennaio 2022- racconta - Una brutta infezione alle gambe non mi ha più permesso di camminare. Dopo svariati controlli, in aprile, sono stata ricoverata un mese. A giugno, dopo un improvviso svenimento, sono entrata in coma. Ci sono rimasta un mese. La mia fortuna è stata incontrare una grande fan di Ultimo che mi ha fatto ascoltare le sue canzoni. Di quei momenti non ho memoria ma della sua voce ho un ricordo chiaro e vivido. Quando finalmente ho riaperto gli occhi Ultimo cantava “Sul finale”. Da quel momento non ho più smesso di ascoltare e cantare quelle canzoni. Non riuscivo ancora a parlare, nella mia testa però le intonavo tutte». 

Una parte della lettera scritta per Ultimo


Persi 72 kg per tornare a vivere


All’ospedale di Pesaro si erano offerti di contattare il cantante ma non «me la sono sentita di farmi vedere in quelle condizioni. Luglio e agosto li ho passati in un centro di riabilitazione su una sedia a rotelle. A settembre ho avuto una ricaduta e sono stata ricoverata un altro mese - racconta ancora Rosa rivolgendosi a Ultimo - Poi il sole, un miracolo: la vita mi ha sorriso e con tanta forza di volontà e voglia di ripartire mi sono messa a dieta e ho continuato la riabilitazione fino a quando, a novembre, i medici mi hanno permesso di tornare a lavorare. Ad oggi ho perso 72 kg . Devo ringraziare le persone che mi sono state vicino ma anche te che mi sei stato accanto con la tua voce».

 

Il neurologo Provinciali: «Nessun miracolo, è scienza»

«Non è un miracolo». Il professor Leandro Provinciali, neurologo di fama nazionale, già prorettore vicario dell’Università Politecnica delle Marche e presidente eletto della Società Italiana di Neurologia, spiega come può avvenire un recupero neurologico di questo tipo fino al risveglio dal coma: «Ormai è una terapia provata.

Il canale uditivo è preservato anche nel coma, è quello più agibile e arriva di sicuro al cervello. Il fatto di avere uno stimolo uditivo che viene riconosciuto può infatti attivare alcune aree corticali e questo porta a un miglioramento della vigilanza che, in alcuni casi, significa uscire dal coma. Dipende dalla profondità. Già anni fa abbiamo effettuato degli studi su questi stimoli. E anche se quello che si ascolta non è conosciuto al paziente (come nel caso di Ultimo, ndr) può avere la forza di riattivare e codificare qualcosa che è stato immagazzinato e che viene riconosciuto in casi di incoscienza Questo accade con la musica: non è un miracolo. Anche se non esiste una casistica in merito nei reparti di rianimazione troverete spesso delle persone che indossano cuffiette».

Il precedente pesarese di Marco Manzini risvegliato da Zoff

Un caso che ricorda quello del bancario pesarese Marco Manzini che, a gennaio del 2013, dopo un grave incidente, si risvegliò dal coma grazie ad un audiomessaggio del suo idolo: Dino Zoff (che poi lo andò a trovare nella struttura di Torre Pedrera e con cui ora si sente a spesso). «Mi risvegliai dopo 40 giorni di coma 8, profondo, con l’estrema unzione già ricevuta - racconta Manzini -. Avevo le lacrime agli occhi. Elio Giuliani, grande amico, sapendo che da ex portiere ero tifoso di Zoff lo contattò per me. Ora mando un abbraccio grande alla ragazza, ditele di pensare alla vita, sentirsi forte e ascoltare solo se stessa. Io a luglio diventerò cintura nera terzo Dan. Impensabile 10 anni fa, quando mi dissero che dovevo stare a vita in sedia a rotelle».

© RIPRODUZIONE RISERVATA