Sfiorata la tragedia: in bici si schianta contro un muro sul Nerone

Sfiorata la tragedia: in bici si schianta contro un muro sul Nerone
Sfiorata la tragedia: in bici si schianta contro un muro sul Nerone
di Angelo Parlani
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Martedì 18 Agosto 2020, 02:35

APECCHIO -  Dramma sfiorato ieri verso le 10 sul monte Nerone, non lontano dai due tralicci della Rai e di Telecom – Tim; un amatore della bicicletta stava scendendo per i tortuosi tornanti, in compagnia di un amico, quando forse perdendo l’equilibrio, è andato violentemente a sbattere contro l’alta parete formata da sassi, della strada. L’impatto terribile, ha mandato a terra rovinosamente il ciclista, subito soccorso dall’amico. Partito l’allarme sul posto si sono portati i volontari del 118 di Apecchio, seguiti dalla Potes di Cagli, con l’eliambulanza che a sua volta atterrava a circa 500 metri su di un angusto prato. Sul luogo pure due automezzi dei vigili del fuoco di Cagli. 


 
Il giovane, poco più ventenne, originario del Veneto, ma residente in Belgio, presentava forti escoriazioni nel braccio destro, con la spalla dolorante, come del resto gran parte del corpo. Dopo le prime cure ad opera dei sanitari arrivati sul posto, è stato trasportato da Icaro all’ospedale di Urbino, tuttavia era cosciente e non destava grossi allarmismi, con le incognite di eventuali emorragie interne sempre in agguato. Per fortuna il casco indossato aveva “difeso” la testa che non presentava problemi. Sul posto pure i genitori giunti da Piobbico, dove erano in vacanza in un agriturismo, insieme ad altre famiglie belghe.

La strada che da Serravalle di Carda si inerpica per nove chilometri sul Nerone è una attrazione irresistibile per gli appassionati delle due ruote e se l’Apecchiese è nel tratto Apecchio – Città di Castello il... paradiso dei motociclisti, l’arteria di questo monte lo è per i ciclisti. Salendo se ne possono incontrare tantissimi che scalano la cima o ne discendono con movenze quasi da “farfalla” in quei tratti in cui una mano magica sembra disegnare curve e contro curve tanto rischiose quanto ammalianti, con il pericolo auto quasi zero, come del resto le moto. Più facile imbattersi in impavidi runner anche solitari. Ovviamente nei giorni della prima parte della settimana. E ieri lo era. Purtroppo, però, a volte magari l’esaltarsi nell’osare troppo, potrebbe giocare brutti scherzi in un percorso già pericoloso di se per stesso. Così il silenzio tombale o quasi dei boschi del Nerone, deliziato solo dai cinguettii degli uccelli, viene lacerato dall’ululare di tante sirene e dal roteare delle pale di una eliambulanza, per rispondere ad una chiamata di soccorso, che per fortuna per una volta tanto, si rivelava almeno a caldo, meno grave del previsto. E il “gigante” può tornare, così, ad immergersi di nuovo nel suo ovattato silenzio.

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