PESARO - Gli eredi scoprono della morte dello zio dopo un mese. Ma per tre anni la sua amministratrice di sostegno gli aveva alleggerito il conto svuotandolo di tutti i soldi. E’ iniziato ieri il processo davanti al collegio del tribunale di Pesaro nei confronti di una peruviana di 44 anni J. G. accusata di peculato negli anni in cui è stata amministratrice di sostegno per un anziano 80enne ricoverato in una struttura sanitaria del pesarese.
I fatti
I fatti contestati riguardano gli anni 2017-2020 e sono stati scoperti solo in un secondo momento.
Il cortocircuito
«C’è stato un corto circuito nella comunicazione – conferma l’avvocato di parte civile Andrea Paponi, incaricato di tutelare gli eredi – così i nipoti sono venuti a conoscenza solo dopo un mese della morte del loro anziano zio. L’amministratrice di sostegno non aveva avvertito gli eredi. Contestualmente abbiamo effettuato un riepilogo dei movimenti sul conto bancario ed è emerso che in tre anni la signora, proposta dal Comune di Pesaro, aveva prelevato somme per un totale di 14.830 euro».
Più prelievi in momenti diversi e continuativi. Di qui è partita la querela e l’indagine ha portato al rinvio a giudizio della donna che oggi non si trova. Le sono arrivate le notifiche, le ha ritirate, ma non ha più risposto da tempo alle telefonate.
Il risarcimento
Anche il suo avvocato l’ha cercata per poter produrre una corretta difesa, ma lei non si è fatta trovare. Ora è accusata di peculato aggravato dal fatto di averlo commesso nei confronti di un anziano ricoverato in una struttura protetta. L’avvocato Paponi ha chiesto il risarcimento a 30mila euro per gli eredi.