PESARO- Allenamenti al freddo, lezioni di yoga in una triste penombra e per finire la doccia calda a casa dopo le gare. I rincari di luce e gas e l’emergenza energetica sono insostenibili anche per le 750 società e associazioni sportive dilettantistiche della provincia, affiliate all’Uisp (l’Unione italiana sport per tutti) e agli altri enti di promozione nel territorio di Pesaro Urbino.
Calciatori, ciclisti e podisti che svolgono attività all’aperto, ma soprattutto chi fa training in palestre, locali e impianti adibiti al nuoto, alla ginnastica, alla danza, alle discipline orientali. Il mondo dello sport amatoriale, nel quale sono occupati oltre un migliaio di istruttori, operatori ed educatori, rischia di fermarsi. C’è chi taglia le ore di lezione, chi accenderà i riscaldamenti il meno possibile, chi si arrende e blocca le iscrizioni. La sfida da combattere quest’anno, dopo la tormentata stagione del Covid con lo stop delle attività nelle zone di massima allerta, è quella dell’austerity dei mesi più rigidi. Il calendario sportivo è iniziato il 1º settembre, è in corso la campagna di tesseramento e ci sarà da combattere con il caro bollette per tutti i campionati fino a primavera inoltrata, con l’obiettivo di allentare la presa di lì al 31 agosto 2023.
«Gli aumenti di luce e gas hanno raggiunto cifre troppo difficili da sostenere per i direttivi di molte società - lancia un grido d’allarme Mariassunta Abbagnara, presidente del comitato Uisp di Pesaro Urbino -, i rincari delle forniture arrivano in questi giorni a registrare aumenti anche del 300-400%, percentuali tremende destinate ogni giorno a salire. Rincari assurdi, assolutamente non più sostenibili. Chiediamo interventi mirati del Governo per non portare alla chiusura le realtà della promozione sportiva e sociale di base, con la cessazione dell’attività per centinaia di sodalizi che rappresentano autentici presidi territoriali di sport per tutti, socialità, inclusione, educazione, promozione della salute, contrasto alle disuguaglianze. Un ambito che rappresenta anche un comparto occupazionale per un migliaio di addetti del settore».
Miléna Bonaparte
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