Alceste Vitri restaura Villino Donati: il Comune ha dato il via libera per il gioiello liberty di viale Trieste

Alceste Vitri restaura Villino Donati: il Comune ha dato il via libera al gioiello liberty di viale Trieste
Alceste Vitri restaura Villino Donati: il Comune ha dato il via libera al gioiello liberty di viale Trieste
di Miléna Bonaparte
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Domenica 30 Ottobre 2022, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 07:43

PESARO Via libera del Comune al restauro della storica dimora liberty di viale Trieste acquistata dall’imprenditore Alceste Vitri. Scalinata scenografica, deliziosa finestra a tre archi, grande cancello e cinta di pregio architettonico. Il gioiellino sul lungomare, all’angolo con via Vaccaj, ha lo stesso nome del villino Donati, appartenuto al celebre orefice e orologiaio pesarese, residenza signorile che ora non c’è più, avendo lasciato il posto all’hotel Principe. 


Esempi del primo Novecento


E si trova accanto alle abitazioni di primo Novecento in riva al mare, dall’iconico villino Ruggeri, al Calamaio un tempo albergo, fino al Sinistrario e a tante altre dimore neoclassiche che gravitavano attorno al Kursaal e che ora appartengono alle famiglie più in vista. Ma della città giardino e della Pesaro balneare d’altri tempi, la ormai ex villa Donati Boscia, ora futura magione del patron della Vitrifrigo, conserva per la location e le origini un notevole valore architettonico. Tanto che Comune e Soprintendenza hanno fissato i paletti di rito alla ristrutturazione che i proprietari hanno in programma, trattandosi di un bene monumentale. 


L’intervento


L’intervento di recupero sarà realizzato dalla Mulazzani costruzioni con la direzione dei lavori dell’architetto Davide Massimo Della Chiara, la consulenza artistica dei designer di Telemaco e il progetto dello studio pesarese Metis e Techne. In base alla delibera approvata in giunta, il Comune ha dato l’ok all’adozione del piano di recupero a iniziativa privata della dimora che, al termine della ristrutturazione, si chiamerà villa Vitri.

Un edificio di pregio in viale Trieste che «fa parte di uno dei primi villini costruiti negli anni ’20 del Novecento - ricordano in Comune -, rientra nell’area di espansione prevista dal piano regolatore del 1898, denominata città giardino, e ricade in una zona che riveste carattere storico e particolare pregio ambientale».

Tutte le operazioni di scavo nel cantiere saranno condotte sotto il controllo della Soprintendenza, «in regime di sorveglianza in corso d’opera da parte degli archeologi. In caso di rinvenimenti durante i lavori si valuterà l’interferenza delle opere in progetto con le eventuali emergenze rinvenute». Nella relazione tecnica presentata in Comune dall’architetto Della Chiara si precisa che il «progetto si pone gli obiettivi dell’utilizzo funzionale dell’immobile come una sola unità immobiliare, rinnovamento del fabbricato dal punto di vista energetico e impiantistico, e ripartizione delle strutture sotto l’aspetto sismico». 


L’obiettivo


Ma il fine principale è «ricostituire il carattere della villa signorile mono familiare - sottolinea Della Chiara -, poiché si ritiene che l’insieme dei caratteri morfologici, strutturali e funzionali, così come il lato estetico della facciata del complesso edilizio nel suo insieme, sottolineato dalla cancellata grande su viale Trieste e dal passo carraio sul retro in via Vaccaj, siano riconducibili a un modello abitativo che debba escludere la definizione di due unità immobiliari». Il piano di recupero prevede inoltre alcune modifiche prospettiche, in coerenza con il progetto redatto dall’architetto Giuseppe Brega nel 1974. 
 

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