Ong di Fano premia padre Giulio Albanese, missionario e cronista dei mali d'Africa. Il suo monito: «Destino comune con l'Europa»

Ong di Fano premia padre Giulio Albanese, missionario e cronista dei mali d'Africa. Il suo monito: «Destino comune con l'Europa»
Ong di Fano premia padre Giulio Albanese, missionario e cronista dei mali d'Africa. Il suo monito: «Destino comune con l'Europa»
di Massimo Foghetti
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Domenica 2 Ottobre 2022, 03:45

FANO - Con la consegna del premio “Ho l’Africa nel cuore” ieri si è conclusa la venticinquesima edizione della Settimana africana regionale, organizzata dalla associazione L’Africa Chiama: un’iniziativa che tradizionalmente anticipa la Notte nera che include anche una festa con i suoni e i colori delle tradizioni africane e degustazioni etniche.

L’impegno in Uganda e Kenya

Il premio quest’anno è stato attribuito a padre Giulio Albanese, sacerdote comboniano, tra i maggiori esperti italiani di questioni africane per aver vissuto a lungo in Uganda e in Kenya, concentrando la sua attività di cronista missionario sulle aree di crisi, per cui ha fondato l’agenzia di comunicazione Misna.

La conoscenza dell’Africa, la comunicazione, sono stati i temi principali trattati nel colloquio intervista condotto da Attilio Scani, di fronte a un uditorio che, al bastione Sangallo, annoverava 4 sindaci (Filippo Sorcinelli di San Costanzo, Pietro Briganti di Colli al Metauro, Emanuele Petrucci di Mombaroccio e Massimo Seri di Fano) oltre al vescovo Armando Trasarti e altre autorità. 

Il continente impoverito

E’ stato un intervento teso a risvegliare le coscienze, a mettere le istituzioni, sia quelle locali che quelle nazionali che quelle europee, di fronte alle loro responsabilità e soprattutto a informare sui reali problemi dell’Africa, «un continente non povero, ma impoverito». La motivazione del premio letta dalla presidente dell’Africa Chiama Anita Manti fa riferimento “all’instancabile impegno di padre Giulio nel dar voce all’Africa. Grande conoscitore delle numerose complessità di un continente così grande e così eterogeneo; sempre attento ad analizzare gli avvenimenti di ciascun Paese con grande profondità. Un giornalista che ci pone di fronte alle sfide future, invitandoci sempre più a riflettere su quanto importante sarà il ruolo dell’Africa nell’assetto mondiale, per farci innamorare dell’Africa e per la sua capacità di raccontarla con profondo rispetto, restituendole con ogni parola la dignità di cui è stata derubata”. 

Le guerre dimenticate

Padre Giulio ha parlato di guerre dimenticate, di quanto sta accadendo in Etiopia, ex colonia italiana, dove si sono verificati nel silenzio più totale 600.000 morti, ha parlato della speculazione finanziaria, riportando gli effetti spaventosi provocati nel 2020 dal declassamento delle economie africane, da parte delle agenzie di rating per l’avvento della pandemia che aveva sospeso temporaneamente in modo particolare le attività estrattive, riducendo a carta straccia i titoli obbligazionari ed elevando in misura esponenziale il debito pubblico.

«La prima sfida è culturale»

«Tuttavia – ha evidenziato padre Giulio – la sfida prima che economica è culturale. Solo se riusciremo ad uscire dal paternalismo e ad assumere la consapevolezza che Africa ed Europa hanno un destino comune, potremo renderci conto di quanto sempre più nei prossimi anni dipenderemo l’uno dall’altro». 
Attualmente l’età media della popolazione nei Paesi africani è di 20 anni. Nel 2050 la popolazione europea sarà solo un quinto di quella mondiale e avrà sempre più bisogno dell’apporto africano per mantenere il suo tenore di vita, riconoscerlo non è una concessione bensì è una questione di giustizia. 

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