Offre acqua depurata per chi ha problemi renali, ma Aset e Ato gli negano l'allaccio. Ilari (Lega): «L'istanza è legittima»

Offre acqua depurata per chi ha sofferenze renali, ma Aset e Ato gli negano l'allaccio. Ilari (Lega): «L'istanza è legittima». Nella foto Giancarlo Cenerelli e Gianluca Ilari
Offre acqua depurata per chi ha sofferenze renali, ma Aset e Ato gli negano l'allaccio. Ilari (Lega): «L'istanza è legittima». Nella foto Giancarlo Cenerelli e Gianluca Ilari
di Massimo Foghetti
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Domenica 15 Gennaio 2023, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 08:02

FANO - Per un cavillo burocratico, tra l’altro non poco controverso, a un agricoltore che voleva fare un regalo alla città, consentendo a tutti i cittadini di prelevare acqua depurata del tutto gratuitamente da una fonte di approvvigionamento posta nella sua proprietà, è stato chiuso il rubinetto. E’ una vicenda curiosa e purtroppo assai emblematica di come l’interpretazione delle norme a volte vada contro il buon senso, stroncando sul nascere iniziative che si prefiggono un obiettivo di interesse pubblico. 

L’iniziativa di Cenerelli

Il caso è stato posto alla ribalta dal capogruppo consiliare della lega Gianluca Ilari.

L’agricoltore è Giancarlo Cenerelli, lui stesso ha avviato un’attività commerciale per la vendita dei suoi prodotti a chilometro zero in una serra, posta sul passo di Santa Cristina, nei pressi di Rosciano. Da qualche anno utilizza un’acqua purificata, attraverso un impianto tecnologicamente approvato con tanto di certificazioni che ne attestano l’efficienza e la qualità di ciò che trasforma.

Ne esce infatti un’acqua che, seppur è sempre la stessa di quella erogata dal pubblico acquedotto, ha delle caratteristiche fisico chimiche che la rendono più “leggera” e più adatta ad essere consumata da coloro che hanno dei problemi ai reni. Lui stesso ha trovato giovamento da una patologia di cui soffriva. Di qui l’idea di mettere a disposizione l’acqua, a sue spese, a tutti coloro che avessero voluto attingerla, chiedendo all’Aset un allaccio all’acquedotto, dato che l’acqua del pozzo atta all’irrigazione dei campi era ovviamente inidonea al consumo umano.

Una cosa semplice, che fanno tutti senza problemi. Una cosa che in questo caso però è diventata estremamente difficile. L’Aset infatti ha negato l’allaccio per ragioni urbanistiche, attenendosi alla prescrizione che l’allaccio è concesso a chi ha un permesso di costruire o un immobile che deve essere dotato di acqua potabile. Una brutta sorpresa per Cenerelli che aveva chiesto l’allaccio nel settembre del 2021. Allaccio negato in assenza di una autorizzazione edilizia.

Il contenzioso 

Cenerelli non si perde d’animo e chiede al Comune una licenza per la realizzazione di un box in cui attingere l’acqua, ma tale struttura, non avendo alcuna rilevanza urbanistica, non ha bisogno di una licenza, ne può costruire liberamente quanti ne vuole; parallelamente si rivolge all’Ato, l’autorità d’Ambito, alla quale chiede una deroga al regolamento in atto. Tra l’altro nei pressi della sua proprietà c’era uno sfiatatoio che era servito agli operai che avevano realizzato la rotatoria delle opere compensative, al quale l’agricoltore avrebbe potuto facilmente allacciarsi senza creare tanti problemi. «L’Ato – ha dichiarato l’agricoltore - all’inizio tergiversa, poi impone all’Aset di negare l’allaccio, privando me del desiderio di realizzare una cosa utile per la città e i cittadini di fruire del tutto gratuitamente di un bene prezioso». 

«La serra titolo idoneo»

A questo punto è stato Ilari ad approfondire la questione e ad individuare nel regolamento dell’Ato, all’articolo 11, un’eccezione al possesso di una licenza da costruire o di un immobile; la norma infatti prevede anche l’esistenza di “un titolo equipollente che attesti la conformità urbanistica ai fini degli adempimenti del Dpr 380 del 6 giugno 2001, la legge Busetti – Gatti”. Una legge che contempla anche le serre come, appunto, “titolo equipollente” . «Non esiste quindi nessun motivo – ha evidenziato il capogruppo della Lega – per cui a Cenerelli venga negato l’allaccio per fare dono dell’acqua alla città». 

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