Pesaro a luci rosse, a 70 anni adescata su internet e costretta dall'ex a girare filmini erotici

Pesaro a luci rosse, a 70 anni costretta dall'ex a girare filmini erotici
Pesaro a luci rosse, a 70 anni costretta dall'ex a girare filmini erotici
di Luigi Benelli
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Mercoledì 12 Ottobre 2022, 02:20

PESARO Costringe con le intimidazioni una matura signora con cui ha avuto una storia a realizzare video di autoerotismo. Finisce a processo. E non l’unico, perché l’uomo ha diversi casi pendenti e definiti in tutta Italia per reati simili. E’ la storia di un 58enne che aveva adescato su internet una pesarese di 70 anni. I due hanno avuto una liaison con un periodo anche di convivenza. Poi il rapporto è finito e l’uomo ha iniziato ad avere atteggiamenti intimidatori e vessatori tali da creare un forte stato d’ansia nella signora che era arrivata a temere per la propria incolumità e per quella della figlia.


La trappola


Un rapporto degenerato, lui con il reddito di cittadinanza che faceva affidamento sulle entrate di lei. L’aveva convinta ad acquistare e intestarsi diversi numeri telefonici che lui stesso utilizzava anche per chiamare altre donne. L’uomo le inviava messaggi intimidatori in cui le chiedeva di girare dei video hot di autoerotismo. Chat in cui le spiegava, come fosse un regista cosa doveva fare. «Voglio che ti togli le mutandine, che ti tocchi e vai avanti lentamente».

Minacce perduranti perché lui continuava a dirle che avrebbe girato quei video alle sue amiche, costringendola a girarne di nuove. Insulti anche sul modo di vestire. «Se vieni vestita con le tute da casa ti picchio. Come osi vestirti da vecchia in casa mia. Non ti permetto di vestirti da vecchia, bastarda. Hai capito, ti picchio». Lei aveva trovato la forza di denunciare e le forze dell’ordine avevano sequestrato il telefono per scansionare i messaggi e video da utilizzare come prove. Lui aveva per giunta inviato alla signora due video hot dicendole: «Nessuno al mondo può dire che quel cellulare lo usavo io. Ho il mio account».

Le minacce

Ecco perché l’aveva costretta a comprare diverse utenze mobili. Fino alle minacce: «Per ogni sgarro paghi tu, per ogni menzogna paga tua figlia. Vedrai che ti combino con le amichette. Ti starò col fiato sul collo. Avrai l’alito dell’inferno nelle tue orecchie, non mi prendere in giro». La denuncia aveva portato a conseguenze e lui si era rivalso sulla donna. «Mi hai lasciato nella m… per colpa tua mi hanno tolto il reddito di cittadinanza. L’odio che ho per te non puoi nemmeno immaginarlo». Tanto che per ripicca aveva inoltrato un video hot della signora alla figlia. Motivi per cui è finito davanti al Gup per atti persecutori. Nel frattempo però l’uomo ha avuto un ictus che ne ha compromesso le capacità cognitive. Ieri è stato rinviato a giudizio, sede in cui un perito stabilirà la sua capacità di poter essere giudicato. La signora è tutelata in sede civile dall’avvocatessa Cristiana Cicerchia che ha chiesto 50 mila euro di risarcimento. 
 

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