Vladimir Potanin chi è? L'uomo che "creato" gli oligarchi, re del nichel e fedelissimo di Putin, che l'Occidente non può sanzionare

Non è mai entrato nelle liste nere dei Paesi occidentali, che non hanno potuto rischiare un aumento dei prezzi di nichel e palladio, materie prime fondamentali nel settore automotive

Vladimir Potanin chi è? L'oligarca re del nichel (fedelissimo di Putin), ma sanzionato dall'Occidente
Vladimir Potanin chi è? L'oligarca re del nichel (fedelissimo di Putin), ma sanzionato dall'Occidente
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Martedì 7 Giugno 2022, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 18:44

La guerra è stata una maledizione per gli oligarchi russi, ma ce n'è uno che grazie il conflitto è riuscito addirittura ad arricchirsi. Si chiama Vladimir Potanin ed ha in mano il 15% del nichel e il 40% del palladio mondiale. Un potere sconfinato, che gli arriva dalla Norilsk Nickel, l'azienda mineraria della Russia di cui è azionista di maggioranza, e che gli ha permesso di restare immune alle sanzioni dell'Occidente. Il motivo? Nichel e palladio sono materie prime indispensabili per la fabbricazione dei microchip delle automobili. Inserire Potanin nei pacchetti di sanzioni produrrebbe l'aumento del prezzo dei due metalli, che si ripercuoterebbe su tutto il settore automotive e sull'industria dei semiconduttori. 

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Chi è Potanin

Vladimir Potanin è arrivato ai piani alti partendo dal ministero del Commercio dell'Urss, nel quale è stato funzionario fino al 1990.

Oggi è il secondo uomo più ricco di Russia e il suo successo lo deve principalmente a un fatto. Nel 1995 ha costruito il famigerato programma russo «prestiti per azioni», conosciuto pure come «furto del secolo». Già fondatore della Uneximbank, ha guadagnato miliardi in pochi anni, grazie a una collaborazione con il governo. Insieme ad altri multimiliardari finanziò il Cremlino, con la consapevolezza che quei soldi non sarebbero mai più tornati indietro. In cambio però, riuscì ad ottenere il controllo Norilsk Nickel pagandola "solo" 170 milioni di dollari, lo stesso anno in cui l’azienda registrò introiti per 3,3 miliardi di dollari.

 

Il rapporto con Putin

Con Boris Elstin presidente, raggiunse perfino la carica di vicepremier. Poi, con l'arrivo al potere di Putin, giurò fedeltà allo zar e riuscì ad entrare nelle sue grazie. Oggi è uno dei pochi oligarchi ancora ben accettati al Cremlino. Nel 2022 il rapporto tra Putin e Potanin è più saldo che mai. Giocano insieme a hockey e le proprietà del magnate non sono mai state toccate. Anzi, durante la guerra è stato l'alleato economico numero uno della Russia. Mentre gli altri oligarchi (tra cui Abramovich) hanno cominciato a subire i colpi delle sanzioni, Potanin ha sfruttato il suo patrimonio per acquistare partecipazioni nelle principali banche russe, riporta il "Financial Times".

In questo modo, sta riportando le attività sotto la competenza del governo, in una sorta di lavoro contrario al metodo che l'ha reso uno degli uomini più potenti di Russia. Ha avuto voce in capitolo anche nel caso Tinkov, l'altro multimiliardario costretto dal Cremlino a svendere la sua partecipazione (circa il 35%) nella TCS fintech. La quota è stata ricomprata proprio da Potatin, a un valore pari 3% del suo valore. Dall'inizio della guerra si stima che il suo patrimonio sia cresciuto di circa 10 miliardi.

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