Vialli, Roberto Mancini: «Ho sperato nel miracolo, perdo un fratello. Luca era gioia, va ricordato così»

«Ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più separati. Abbiamo fatto tutto il cammino insieme. Abbiamo pianto per l'amarezza ma anche di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino»

Vialli, il dolore del gemello Mancini: dopo Sinisa, un altro addio. «Eravamo come due fratelli»
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Sabato 7 Gennaio 2023, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 14:45

Roberto Mancini, il dolore per la morte di Gianluca Vialli. «Non sono stato benissimo perché è una grande perdita per me, per la sua famiglia prima di tutto, e per tutto il calcio italiano. È un momento abbastanza difficile ma bisogna andare avanti». Queste le parole con cui il ct azzurro Roberto Mancini esprime il suo dolore il giorno dopo la morte di Gianluca Vialli, su 'gemello del gol' ed ex Team manager della nazionale, in una intervista realizzata e diffusa dalla Figc. Mancini era stato a Londra in clinica da Gianluca Vialli pochi giorni prima della fine dell'anno. I funerali saranno in forma strettamente privata e la data non verrà comunicata. Una scelta riservata, così come l'ex campione aveva sempre voluto. Vialli era ricoverato Royal Marsden Hospital di Londra. È morto a 58 anni per la recrudescenza del tumore al pancreas.

Mancini, il dolore per la morte di Vialli

«Sono stato a Londra a salutarlo, speravo che accadesse un miracolo, sinceramente, Abbiamo parlato e scherzato.

Lui era sempre di buon umore, come al solito e questo un pò ti risolleva. Mi ha fatto piacere vedere che era di buon umore in quel momento. Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita assieme, il nostro legame era stretto, un legame che possono avere due fratelli, due persone che ad un certo punto della vita si sono separate calcisticamente, ma quando si è amici, lo si è per sempre. Luca per me era questo, il nostro rapporto è sempre stato di grande rispetto, affetto, amore, amicizia», ha proseguito il tecnico azzurro. Vialli trasmetteva il valore della maglia azzurra ai giovani. «Noi dobbiamo proseguire su questo, Luca è stato molto bravo, ha fatto capire ai ragazzi più giovani il valore della maglia della Nazionale, dove si poteva arrivare. È stata una persona di grande valore per noi e quando parlava ai ragazzi gli piaceva, e ai ragazzi piaceva ascoltarlo. Erano momenti molto belli e sono stati molto importanti», ha aggiunto Mancini. «Luca era un ragazzo gioioso, sempre allegro. Pochissime volte l'ho visto arrabbiato e credo che vada ricordato così, molto vivo in tutti i sensi e a lui farebbe piacere fosse ricordato come era, oltre al fatto di essere stato un grande calciatore, un professionista, con un carisma straordinario. Un ragazzo allegro, giovane a cui piaceva la vita».

 

 

 

Il documentario su Rai 2

Questa sera alle 21.20 su Rai 2, sarà proposto, in prima visione assoluta, il documentario «La bella stagione», con Gianluca Vialli, Roberto Mancini e i giocatori della Sampdoria 1990-1992. «È un film che riguarda l'anno dello scudetto della Sampdoria, è stato fatto per far vedere quanto è importante l'amicizia tra le persone che lavorano nello stesso gruppo e dove si può arrivare quando c'è questa coesione. Ci sarà da piangere anche stasera, lo abbiamo già fatto. Il film è molto bello, è da vedere con dei ricordi molto belli», ha concluso Mancini.

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