Sergio Lepri è morto a 102 anni: aveva guidato l'Ansa dal 1961 al 1990, partigiano e fondatore di giornali

Sergio Lepri è morto a 102 anni: aveva guidato l'Ansa dal 1961 al 1990, partigiano e fondatore di giornali
4 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Gennaio 2022, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 11:55

Sergio Lepri è morto: il più longevo direttore dell'Ansa aveva 102 anni. Nato a Firenze, aveva fatto la guerra quale sergente dell'Esercito prima di passare alla Resistenza dopo l'Armistizio. Aveva fondato giornali e, una volta lasciata la quasi trentennale direzione dell'Agenzia Nazionale Stampa Associata, la più importante in Italia e la quinta nel mondo, principale fonte di tutti i media italiani, era stato docente di Giornalismo alla Luiss. Sui suoi manuali si sono formate generazioni di giornalisti. 

Ha iniziato la sua avventura nel giornalismo dirigendo a Firenze, fra il 1943 e il 1944, il giornale clandestino del Partito liberale. «Fare un giornale e distribuirlo a quei tempi significava rischiare la vita», raccontava Lepri in occasione dei suoi 100 anni, ricordando gli anni della Resistenza come «un periodo formativo per una parte della mia generazione».

Poi l'esperienza al Giornale del Mattino a Firenze, dopo la quale lui, laico, è stato portavoce del democristiano Amintore Fanfani come presidente del Consiglio, prima di approdare all'ANSA. Nato a Firenze il 24 settembre 1919, dopo l'ingresso nella Resistenza con l'adesione al Partito d'azione e poi al Partito liberale nel '44 è già direttore nella sua città del giornale clandestino del Partito liberale L'opinione. Nel 1945 è redattore del quotidiano La Nazione del popolo, organo del Comitato toscano di liberazione nazionale, poi redattore capo del fiorentino Giornale del mattino, il giornale vicino a Fanfani, per il quale è stato poi inviato speciale negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica e poi corrispondente da Parigi. Ma soprattutto dal 1961 al 1990 è stato il direttore responsabile dell'ANSA dove ogni redattore ha un ricordo particolare che lo lega a lui, sempre disponibile ma insieme granitico nella sua integrità.

Ricordano tutti, a partire dal direttore Luigi Contu, che la prima cosa che Lepri chiedeva era la difesa del pluralismo e dell'obiettività: «non voglio capire per chi voti da quello che scrivi», diceva a tutti al momento dell'assunzione. Dividere fatti da opinioni. «Il privilegio di un serio giornalismo è quello di non schierarsi.

Io sono arrivato al giornalismo alla fine della guerra. Giovani come me decisero di fare il giornalista perchè era uno strumento per arricchire il patrimonio informativo di tutti. Strumento di conoscenza, di democrazia e libertà, come servizio», raccontava Lepri. E la sua seconda inesauribile vena è stata proprio quella dell'insegnamento, che ha praticato con l'energia e l'ottimismo con cui ha sciato fino a pochi anni prima di diventare centenario.

Dal 1988 al 2004 ha insegnato 'linguaggio dell'informazione' alla Scuola superiore di giornalismo della Libera università di studi sociali Guido Carli (la Luiss). Ha scritto numerosi libri, molti dei quali ad impronta didattica hanno formato varie generazioni di giornalisti. Autore di uno storico manuale, Lepri ha sempre sostenuto che «giornalisti si diventa», a patto di avere «curiosità di conoscere e capacità di analisi critica». Nel 1999 la prima edizione di 'Professione giornalista' partì da questa domanda per stendere quello che diventò il manuale base per diverse generazioni di giovani professionisti.

Naturalmente la risposta era che giornalisti si diventa studiando, lavorando, facendo esperienze e anche acquisendo quelle conoscenze tecniche e deontologiche che Lepri con straordinaria chiarezza esponeva nel suo libro. La prima edizione parlava di computer, ma non poteva prendere in esame tutte le implicazioni della multimedialità. Lepri, dall'alto del suo secolo superato, si è sempre fregiato anche del titolo di innovatore. Dalla sua intuizione è nato ad esempio il primo archivio digitale delle notizie, il primo in Europa. «Erano gli anni Settanta e quel milione di notizie si accumulavano come carta negli scaffali: ora tutto sta su un telefonino. Nel giro di qualche decennio è cambiato tutto. L'ANSA fu la prima agenzia ad avere un archivio elettronico», ricordava.

«È cambiata l'informazione - diceva Lepri in occasione dei suoi 100 anni - perchè sono cambiati gli strumenti. Le nuove tecnologie sono state un grande modo per migliorare l'informazione».

E questo dice tutto di lui, un uomo che aveva il futuro nel Dna.

"Grazie direttore" chiude la nota dell'Ansa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA