Covid, Miguel Bosè: «Sono un negazionista e lo dico a testa alta, mia madre non è morta per il virus»

Miguel Bosè: «Sono un negazionista e lo dico a testa alta, mia madre non è morta per il virus»
Miguel Bosè: «Sono un negazionista e lo dico a testa alta, mia madre non è morta per il virus»
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Lunedì 12 Aprile 2021, 12:24 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 21:30

Miguel Bosè, 65 anni, si racconta in un'intervista con Jordi Évole per la tv La Sexta e svela i lati oscuri del suo passato e del suo presente, tra cui la controversa posizione nei confronti del Covid: «Sono un negazionista e lo dico a testa alta... Mia madre? Non è stato il virus ad ucciderla», dice il cantante, che invita il giornalista a togliersi la mascherina mentre lo intervista. E quindi, gli anni "selvaggi" della sua giovinezza vissuti tra «droga, sesso bestiale e sostanze», il rapporto burrascoso con il padre e la rottura dal compagno Nacho Palau. 

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Dopo anni di assenza dai media Bosè torna quindi a far parlare di sè in una lunga conversazione conversazione con Évole, trasmessa in due puntate, la prima l'11 aprile la seconda il 18 e che ha già fatto molto discutere.

Sulla morte della madre, scomparsa il 23 marzo dell'anno scorso, una tra le tante vittime della prima ondata della pandemia in Spagna, il cantante non ha dubbi: «Ad ucciderla è stato qualcos’altro... Se parlassi direi cose molto pericolose per chi doveva curarla» e riguardo al Covid aggiunge: «C'è un piano escogitato in modo che non si sappia...».

Riguardo al suo burrascoso passato Bosè non tralascia nulla e si sofferma soprattutto sugli anni della sua giovinezza, che lui descrive come "selvaggi" e segnati da uno sconsiderato consumo di droghe: «Ho iniziato a consumare stupefacenti dopo una delusione d'amore, negli anni 80, e ho smesso completamente solo pochi anni fa...». Tutto sarebbe cominciato a causa di una delusione d'amore: «Una sera chiamai alcuni amici e dissi loro: ho bisogno di fare festa. Ricordo il primo bicchiere, e poco dopo la prima striscia di coca. Gli effetti mi durarono una settimana. Pensavo che fosse una parte necessaria, legata alla creatività. Ma da un giorno all’altro le droghe smettono di essere tue alleate e diventano il tuo nemico. Fino al giorno in cui ho avuto la forza di dire basta. Non uscivo più nei locali, ma mi facevo lo stesso tutti i giorni. Sono arrivato a consumare quasi due grammi di cocaina al giorno, oltre a fumare marijuana e a prendere pastiglie. Solo sette anni fa ho smesso per sempre con tutta questa roba». Il padre Degli anni bui fa parte anche il suo difficile rapporto con il padre il celebre torero Luis Miguel Dominguín, morto nel 1996: «Lui voleva da me, figlio primogenito, un erede fatto su misura per lui». E a tale proposito il cantante racconta un episodio di quando era bambino e fu portato dal padre ad una battuta di caccia: «Mi chiese di sparare a una cerva. Io sparai, la uccisi e al momento di strapparle le viscere, che è quello che si fa per poi portare la cacciagione a casa, scoprimmo che la cerva portava in grembo un cucciolo, gli mancavano solo poche settimane per nascere. Io reagii malissimo, presi mio padre a pugni, gli urlai figlio di p… e me ne andai. Lui mi diede del codardo, ma io non mollai. Quel giorno papà capì che con me non sarebbe stato facile».

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Infine Bosè, che da anni vive in Messico e fa il coach nel talent show La Voz México, racconta della fine della sua relazione con lo scultore Nacho Palau. I due si sono separati nel 2018 dopo ben 26 anni di relazione e sono ancor in lotta per la custodia dei quattro figli Diego, Tadeo, Ivo e Telmo, due coppie di gemelli nati con maternità surrogata. Alla rottura con il compagno e alle conseguenti battaglie legali il cantante attribuisce i problemi con la voce di cui soffre da alcuni anni: «La mia voce naturale va e viene. È un problema di natura emotiva. Ho cominciato a perdere la voce nel momento in cui la nostra relazione ha cominciato ad andare male, quando l’amore non esiste più e anche l’amicizia e la convivenza civile spariscono, quando tutto crolla… Nel mio caso per discrezione, responsabilità, anche per educazione, prima incassi tutto ma poi esplodi. Così per me sono incominciati problemi seri. Uno di questi è stata la voce: adesso almeno posso parlare, però sono arrivato proprio a non riuscire ad emettere suoni».

 

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