Massimo Ghini: «I mostri peggiori oggi sono i No vax, tra infiltrati estremisti e violenti»

Intervista all'attore protagonista di "Una famiglia mostruosa"

Massimo Ghini: «I mostri peggiori oggi sono i No vax»
Massimo Ghini: «I mostri peggiori oggi sono i No vax»
di Gloria Satta
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Venerdì 19 Novembre 2021, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 07:35

Chi sono oggi i veri mostri? «I No vax», risponde Massimo Ghini di getto, «in un momento come questo non si può nemmeno stare a discutere sull'utilità dell'immunizzazione. In tv parlano virologi, immunologi, esperti e anch'io voglio dire la mia: ho appena fatto la terza dose e sono pronto a difendere senza se e senza ma il vaccino anti-Covid». Diretto, sincero e appassionato come sempre, l'attore romano, 67, parla al margine della presentazione del film di Volfango De Biasi Una famiglia mostruosa, indiavolata commedia fantasy-family farcita di effetti speciali (in sala il 25 novembre).

Massimo Ghini, accuse ai No vax

 

Lui, con canini in vista e pallore regolamentare, interpreta un vampiro con moglie strega (Lucia Ocone), figlio licantropo (Cristiano Caccamo) innamorato di una umana (Emanuela Rei), figlia vampira (Sara Ciocca), zio zombie (Paolo Calabresi), nonna fantasma (Barbara Bouchet). Ghini-Dracula vive in un castello, dorme in una bara e, tra equivoci, gag, coreografie e colpi di scena deve affrontare i consuoceri Lillo e Ilaria Spada, personaggi talmente rozzi e volgari da meritarsi a pieno titolo, loro sì, l'appellativo di mostri.
Perché ha deciso di girare il film?
«Perché si trattava di un progetto diverso da tutto quello che c'è in circolazione. Mi sono stancato di fare le solite commedie. Magari non mi chiamano più, ma devo proprio dirlo: il cinema italiano ripropone sempre la stessa minestra».
Pentito di aver interpretato tante storie da ridere?
«Per carità, non rinnego nulla. Ma dopo la farsa pop dei cinepanettoni ho preso le distanze dai film di Natale. Oggi, dopo i mesi della pandemia, la commedia è benemerita perché regala svago, serenità. Però non si può riproporre la stessa formula all'infinito. Dei miei 100 film, solo 6 erano cinepanettoni e tutti se li ricordano, c'è chi mi dice di essere cresciuto guardandoli. Mi fa piacere, ma è venuta l'ora di cambiare».
Rifiuta molte offerte?
«Non voglio fare lo spocchioso in un momento in cui molti attori hanno perso il lavoro, ma posso assicurare che seleziono le offerte con attenzione e decido di partecipare solo a progetti innovativi, proprio come Una famiglia mostruosa. Mi sono molto divertito ma lo ripeto: i veri mostri non sono vampiri e zombie, bensì i No vax in cui s'infiltrano estremisti e violenti».
L'ha sempre pensata così?
«Certo, ho le braccia segnate dai vaccini che da ragazzo mi hanno salvato da malattie terribili come poliomielite e vaiolo. Nei mesi scorsi ho avuto il Covid in casa: i miei figli gemelli Lorenzo e Camilla sono stati contagiati, mentre alla fine del 2020 sul set del film Crazy for Football un elemento della troupe è venuto a lavorare malato, senza avvertire nessuno. Si sono infettati in tanti, io mi sono salvato grazie alla pausa di Natale».
Visto che l'impegno civile e politico è sempre andato di pari passi con il suo lavoro, le viene mai la tentazione di coinvolgersi nuovamente nella vita pubblica?
«No, preferisco fare l'attore. Negli anni Novanta ero consigliere comunale per il PdS ma il partito decise di mandare all'Europarlamento Enrico Montesano anziché me. Ci rimasi male e decisi che da quel momento in poi avrei militato nel mio ambito artistico. Infatti ogni volta che c'è da dare un contributo o da fare una battaglia sindacale o politica non mi tiro indietro».
Ma l'anno scorso non si era candidato a sindaco di Roma?
«Era una provocazione. Avendo senso della responsabilità, l'avevo lanciata finché non si fosse trovato un candidato vero, pronto a sacrificarsi per la città».
E ora cosa si aspetta da Roberto Gualtieri?
«Tutto il meglio possibile.

Peggio di quello che è stato fatto a Roma negli ultimi anni non si può fare».

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