Mara Venier, le confessioni della regina della domenica: «La Marcuzzi mia erede ma prima vorrei intervistare Papa Francesco»

La conduttrice si racconta: «Durante la pandemia ho avuto paura di andare in studio, sono stata sul punto di smettere. La svolta della mia vita c’è stata grazie ad Arbore»

Mara Venier: «Alessia Marcuzzi mia erede ma prima vorrei intervistare Papa Francesco»
Mara Venier: «Alessia Marcuzzi mia erede ma prima vorrei intervistare Papa Francesco»
di Andrea Scarpa
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Domenica 17 Aprile 2022, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 21:10

È Pasqua e il suo desiderio di intervistare addirittura Papa Francesco, oggi più che mai, sembra legittimo. Con Mara Venier, 71 anni, 13 dei quali passati alla guida di Domenica In, il programma di Rai1 che ormai è diventato un’appendice di casa sua (e lei per tutti ormai è Zia Mara), non si fanno mai tante cerimonie e si va subito al sodo. Partendo dai sogni, però.

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Che s’è messa in testa?

«Un’idea meravigliosa. Chi non vorrebbe parlare con Papa Francesco? Io lo trovo straordinario.

Di recente sono stata con lui un intero pomeriggio per un’udienza privata con altre persone, fra cui anche Carlo Verdone. Ha invitato tutti noi a raccontare qualcosa delle nostre vite. È stato molto emozionante».

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Lei che cosa gli ha detto?

«Proprio questo. Santità, sono abituata a parlare a milioni di persone, ma davanti a lei mi si piegano le gambe. Lui ha scherzato con me sugli acciacchi - suoi e miei - un’infiltrazione al ginocchio, la sciatica...».

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Qual è la prima domanda che gli farebbe?

«Adesso è quasi scontata. Questa guerra... Ma che sta succedendo? Che dobbiamo fare? Quando lui parla dice cose importanti, come quelle sui gay. Anche per questo amo il suo coraggio e la sua passione. È un papa rivoluzionario. Una scoperta continua».

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Lei, invece, negli ultimi due anni così difficili cosa ha scoperto di sé?

«Di essere non solo una donna libera, ma anche coraggiosa. Quando è scoppiata la pandemia, senza vaccini, ho avuto paura. Nel pieno della bufera ho chiamato il direttore di Rai1 Stefano Coletta e gli ho detto che mio marito ha un enfisema polmonare e io ho una certa età. E non sarei andata in onda, cosa che per una domenica ho fatto. Il giorno dopo, lunedì, Coletta e Salini (all’epoca dg Rai, ndr) mi dicono: “Rispettiamo le tue paure e non possiamo obbligarti ad andare avanti, ma sappi che nessuno in questo momento può parlare alla pancia delle persone come te. In questo momento non sei solo la conduttrice Mara Venier, sei la Rai. Pensaci».

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E lei che cosa ha risposto?

«Datemi un’ora di tempo. Devo pensare e parlare con mio marito Nicola. L’ho fatto, e dopo dieci minuti ho richiamato dicendo che ero pronta a tornare al mio posto. Così sono andata in onda da sola. Durante le pause pubblicitarie non facevo altro che piangere. Tutto questo, però, ha cambiato la mia carriera».

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Come?

«Rischiando per mesi, come tanti altri, ho guadagnato una credibilità che prima non avevo. Sentivo che dovevo restituire qualcosa al pubblico che mi ha dato tutto quello che sono. Ho iniziato a occuparmi della guerra in Ucraina con Monica Maggioni e Alberto Matano per lo stesso motivo».

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Lei nel 2018 è tornata a condurre “Domenica In” dopo che due anni prima l’avevano cacciata via in malo modo: i sassolini dalle scarpe se li è tolti tutti?

«Certo. Però devo confessare che ormai sono oltre, sono cambiata. Vado avanti per la mia strada. Ero stata umiliata, dicevano che ero vecchia, e non pensavo di meritare quel trattamento. Infatti adesso il programma va benissimo, anche con la concorrenza di Maria De Filippi su Canale 5, un’amica vera. L’unica, lo voglio dire, che mi ha dato una mano. Cosa che non dimenticherò mai. Voglio dirlo perché la riconoscenza nel nostro mondo non esiste, ma per me sì».

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Avete mai pensato di fare qualcosa insieme?

«Ogni tanto lo diciamo. Io con lei farei di tutto. Mai dire mai».

Quest’anno con 13 edizioni ha eguagliato il record di Baudo a “Domenica In”: l’anno prossimo lo batterà?

«Sì. Ne sto parlando con Coletta e Fuortes».

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Per arrivare fin qui cosa c’è voluto?

«L’amore. Non ho mai sognato di fare questo lavoro. È successo tutto per caso, inseguendo a Roma gli uomini della mia vita: Francesco Ferracini, Pier Paolo Capponi... Dopo la fine del matrimonio con Gerry Calà, la svolta della mia vita è arrivata con Renzo Arbore».

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Come?

«Vederlo al lavoro è stato preziosissimo. Amavo la sua libertà. Io stavo zitta e ascoltavo, intimidita e innamoratissima. Non sa quanto ho odiato le Ragazze Coccodè di Indietro tutta. Ero gelosissima. Le avrei messe sotto con la macchina».

E poi?

«Con Renzo mi sono innamorato della Tv e ho iniziato fare le prime cose, fino a quando nel ‘93 mi offrirono Domenica In l’anno dopo Toto Cutugno e Alba Parietti».

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Arbore che cosa le consigliò?

«Sii te stessa. E non truccarti, devi essere il contrario della Parietti. Aveva ragione. Devo tanto anche ai partner dell’epoca: Monica Vitti, Don Mazzi, Luca Giurato. E al mio impegno. Volevo che Renzo fosse orgoglioso di me. Mi sentivo sempre un po’ sfigata vicino a lui. Per fortuna sono forte. Sono caduta tante volte e mi sono sempre rialzata da sola, anche dopo un periodo di depressione».

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Come l’ha superato?

«Attraversando il dolore, visto che dopo un po’ neanche i farmaci mi aiutavano. Parlo di cose serie, ovviamente. Non di problemucci professionali».

Di cosa parla?

«Il lungo e penoso percorso di mia mamma con l’Alzheimer, la perdita del figlio di cinque mesi che aspettavo da Renzo, la morte del mio migliore amico Gianni Dei, la persona che c’è sempre stata. Così come adesso ce n’è un’altra».

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E chi è?

«Alberto Matano. La vita mi ha regalato una grandissima amicizia con lui. Ogni giorno la prima telefonata che faccio è a lui. È entrato nel mio cuore».

È vero che da piccola voleva farsi suora?

«Sì. Vinsi anche un premio in parrocchia».

E cercava di schiarirsi la pelle con il sapone in polvere?

«A scuola mi prendevano in giro per la mia pelle olivastra. “Hai il padre marocchino?”, mi dicevano».

Nel 2011 è vero che la Rai le fece un richiamo per uso privato del mezzo?

«L’allora dg Lorenza Lei disse al direttore di Rai1, Mauro Mazza, che non potevo salutare mia madre alla fine di Domenica In: c’era chi protestava. Io gli raccontai che lo facevo sperando che almeno per un istante mia madre mi riconoscesse. Lui mi salutò, commosso: “Fregatene, continua a salutarla».

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In futuro chi potrebbe sostituirla a “Domenica In”? Alessia Marcuzzi?

«Lei sarebbe perfetta. L’ho vista l’altra sera. Ci siamo bevute una bottiglia di champagne insieme. È in grande forma».

E Giletti tornerà mai in Rai? In fondo all’Arena ce l’ha messo lei.

«Esatto. Forse lui l’ha dimenticato, ma quel posto gliel’ho lasciato io perché l’idea di partenza - di Marco Luci e Cesare Lanza - era di farlo condurre a noi due. Comunque non lo so, non lo sento da tanto».

Cosa non ha avuto finora?

«Sono a posto così. Anche se mi offrissero Sanremo sceglierei sempre Domenica In. Vorrei solo più tempo per gli affetti».

Quindi potrebbe anche imboccare la via dei giardinetti e andare in pensione?

«La scriva come glielo dico, per favore: col cazzo (sbotta a ridere, ndr). Faccio un’altra Domenica In, che è faticosissima, e poi altro. Ho tante offerte. Magari qualcosa con Maria De Filippi e Mara Maionchi. Voglio divertirmi ancora».

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