Gessica Notaro a Live non è la D'Urso: «Assurdo che una vittima venga messa sul banco degli imputati»

Gessica Notaro a Live non è la D'Urso: «Assurdo che una vittima venga messa sul banco degli imputati»
Gessica Notaro a Live non è la D'Urso: «Assurdo che una vittima venga messa sul banco degli imputati»
di Eva Carducci
4 Minuti di Lettura
Domenica 20 Dicembre 2020, 22:46

Dopo una lunga battaglia giudiziaria durata quattro anni Gessica Notaro ha ottenuto giustizia, con la conferma a quindici anni per l'ex fidanzato per l'aggressione subita nel 2008. Per la prima volta in televisione arriva nel salotto della D'Urso anche la mamma della Notaro, Gabriella.

«Ce l'abbiamo fatta» il commento della Notaro, liberatorio e sofferto. Percorso doloroso affrontato con coraggio, giorno dopo giorno.I racconti familiari della madre deliniano una grande forza di volontà della Notaro, e la sua capacità di reagire in un momento così difficile, rincuorando le persone che le sono state accanto.

Arriva poi uno sfogo giusto, taciuto per troppo tempo: «Barbara tu puoi testimoniare in quattro anni quante cose ho dovuto subire, e che non ho potuto raccontare.

Ma adesso che il processo è finito posso parlarne. La sentenza è un segnale fortissimo, che sarà d'esempio futuro per altri casi come questo. Posso togliermi, con estrema educazione, un sassolino dalla scarpa? Oltre al danno anche la beffa. Trovo assurdo che una vittima debba sentirsi posta sul banco degli imputati. Nonostante avessi potuto covare della rabbia penso di essere sempre stata intelligente e una gran signora, perché avrei potuto esprimermi in maniera molto meno diplomatica. Aveva il diritto di difendersi, però ci sono modi e modi, anche per fare gli avvocati. Potrei parlare del processo in primo grado in cui sono arrivata a testimoniare, molto lucida, dopo ore. Mi spruzzavo dell'acqua termale perché mi bruciava la faccia, e in un momento di stanchezza, dopo quattro ore di testimonianza, uno dei suoi avvocati mi ha riso in faccia, tanto che lo ha ripreso anche il giudice. Non è finita bene, con tutto il rispetto per il suo mestiere mi sembra assurdo che mi debba sentire a disagio per il mio aspetto, come se fossi io la carnefice. Lui si è alzato facendo il gesto di togliersi la toga, ed è stato ripreso nuovamente dal giudice. Ci sono stati anche altri accanimenti personali, anche prima del verdetto in Cassazione, con frecciatine circa le mie apparizioni in tv. Il ricorso è stato fatto anche per la mediaticità del caso, il personaggio era mediatico, quindi con i modi e le sedi opportune ho e avevo il diritto di parlarne in tv, con rispetto e educazione. Non utilizzo un occhio da quattro anni, e non è una passeggiata, oltre tutto quello che ho dovuto fare, e in secondo grado cosa devo sentire? Che non stavo così male, e per avvalorare la tesi gli avvocati hanno presentato una foto di me al mare di spalle. Con quella hanno richiesto una nuova perizia medica. Puniamo per l'entità del danno o per le intenzioni? Poi ci chiediamo perché sia difficile metterci la faccia a volte, perché non se ne ha la forza. Con quella scusa hanno richiesto l'attenuante. In mancanza di prove non sapevano dove andare a parare, ma non andremo avanti con avvocati che si comportano in questo modo. Non bisogna mai rimanere in silenzio però, io parlerò sempre e comunque». 

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