Bruce Willis e la demenza, la moglie assume la super specialista Teepa Snow: «Così si prenderà cura di mio marito». Terapie e prospettive

Emma Heming continua la sua battaglia per curare l'attore e ingaggia una dottoressa: "Questa donna è un dono"

Bruce Willis, la moglie assume la super specialista di demenza Teepa Snow: «Così si prenderà cura di mio marito»
Bruce Willis, la moglie assume la super specialista di demenza Teepa Snow: «Così si prenderà cura di mio marito»
di Michele Galvani
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Domenica 5 Marzo 2023, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 18:43

Si chiama Teepa Snow, il nome dice poco. Anzi nulla: ma è la donna che in questi giorni si sta prendendo cura di Bruce Willis, affetto da demenza frontotemporale. La moglie dell'attore americano, Emma Heming, ha cercato aiuto per tentare di sostenere il marito e rendergli quindi la vita il più semplice possibile. La modella ha contattato Teepa Snow, una specialista in educazione e cura della demenza. Un punto di riferimento in questo campo.

Bruce Willis, un'esperta di demenza

 

Lo ha raccontato la stessa Heming quando ha pubblicato una fotografia insieme alla dottoresa, in cui ha anche taggato l'Associazione per la degenerazione frontotemporale: «Sono grata di aver avuto l'opportunità di lavorare con Teepa Snow: è una grande esperta per la cura della demenza». Poi, ha anche aggiunto: «È una leader amorevole, compassionevole e abile su questo tema che si muove con pura empatia. È un dono».

Un passo avanti, comunque. La presa di coscienza di un male terribile, difficilissimo da curare.

Snow ha speso parole di ringraziamento per la stessa Heming: «Ha svolto un lavoro assolutamente straordinario nel fornire il giusto supporto a Bruce, dal momento che le sue capacità sono cambiate. Continua così, a fornirgli ciò di cui ha bisogno per vivere abbastanza bene. Complimenti Emma a te e a tutta la famiglia, per il tuo lavoro e la tua dedizione. È davvero straordinario!», ha risposto la specialista nei commenti su Instagram.

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LA MALATTIA DI BRUCE

La demenza frontotemporale può causare problemi di linguaggio, problemi emotivi e cambiamenti emotivi. Non a caso, la madre dell'attore pochi giorni fa si era detta molto preoccupata perché aveva capito che Willis non l'avrebbe più riconosciuta. «Non è sicura che suo figlio la riconosca ancora», ha detto l'attore tedesco Wilfried Gliem, aggiungendo: «Marlene dice che il suo comportamento è molto lento e un po' aggressivo. Una normale conversazione con lui non è più possibile. Ma è una cosa normale, visto il suo quadro clinico».

 

Chi è Teepa Snow e i suoi consigli

Teepa Snow è una terapista californiana specializzata in demenza: da oltre 30 anni insegna metodi e strumenti per aiutare le persone con declino cognitivo e i loro famigliari a comprendere la malattia e a conviverci meglio, giorno dopo giorno. Il suo sito, ossia teepasnow.com, ad oggi solo in inglese, è ricco di consigli per migliorare la dignità e il benessere sia di chi è malato sia di chi assiste. La donna parla delle prospettive per chi affronta questa malattia così dura.

«Fate un passo indietro»

Quando non riuscite a farvi capire, «avete due possibilità: potete scegliere di continuare a persuadere l’altra persona, aspettandovi che le cose peggiorino, oppure potete fare un passo indietro per riflettere. Quanto sta accadendo è più complicato di quanto pensiate. Nello sforzo di aiutare l’altro, potreste aver invece creato un problema. La persona che vi sta davanti sta facendo del suo meglio: smettetela di giudicarla», il primo consiglio della Snow.

E ancora: «Rispondete (non reagite)»

«Quello che pensavate dovesse succedere non è successo - scrive la specialista - . La persona non reagisce nel modo desiderato (o che vi sareste aspettati). Vi sentite frustrati e vi state arrabbiando. Che fare? Smettetela di reagire: smettetela di correggere, smettetela di indicare “errori”, smettetela di sistemare le cose. Smettetela di alzare la voce e di insistere. Quante volte avete ripetuto “Te l’avevo detto”? Smettetela e basta. Non discutete con la persona con demenza. Liberatevi da quel modo di fare! Usate le stesse parole che usa la persona che assistete per relazionarvi con lei. Si chiama linguaggio riflessivo. Ripetete le cose che la persona vi ha detto – riconoscete e confermate quello che prova, i suoi sentimenti. Non si tratta di decidere cosa è giusto o cosa è sbagliato. Potreste anche dovervi scusare dicendo “Mi dispiace, hai ragione”».

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