Una notte con i senzatetto il sindaco ci mette la faccia

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Martedì 22 Ottobre 2019, 05:04
IL CASO
PESARO Un appello che necessita di una spinta, che richiede un primo passo, l'impulso che dia l'abbrivio. Matteo Ricci ci mette la sua faccia e magicamente la nave si muove. Questa notte il sindaco, insieme a Massimiliano Santini del suo staff, farà il volontario notturno per i senzatetto abbracciando l'appello della Caritas pesarese, in cerca di disponibilità per la gestione di Casa Tabanelli, struttura in via Grande Torino che ospita i senza fissa dimora.
Il primo successo del suo gesto non è tanto nei complimenti e nella generale approvazione riscossa sui social quanto il fatto che tanti le hanno chiesto come si fa a diventare volontari. Davvero le buone azioni sono contagiose?
«Credo fermamente che le buone azioni siano contagiose ma il mio obiettivo, in questo caso, è dare una mano alla Caritas che sta facendo un lavoro straordinario a sostegno dei più deboli, in particolare a sostegno di chi non sa dove vivere. Mi hanno illustrato il loro progetto di sviluppare una campagna di sensibilizzazione per sostenere il servizio offerto ai senza tetto e ho subito assicurato che avrei fatto la mia parte per mettere in moto un meccanismo virtuoso capace di moltiplicare il numero di volontari e dare forza all'iniziativa».
Ma come è nata l'idea di trascorrere una notte a Casa Tabanelli?
«Noi conosciamo bene la struttura creata grazie all'impegno dei Lions Club, che ringrazio in maniera davvero calorosa, gestita nel segno della straordinaria umanità della Caritas, la cui realizzazione è stata seguita passo passo dall'assessore Sara Mengucci. Questa familiarità ci ha dato la spinta».
Ma gli ospiti di Casa Tabanelli possono fidarsi delle sue e delle capacità culinarie di Massimiliano Santini?
«Con Massi saranno sicuri. È un ottimo cuoco, fantasioso e capace. Io non sono bravo in cucina, diciamo garantisco la sopravvivenza tipo mettere l'acqua a bollire o fare una frittata. Ma questa sera (ieri ndr) vestirò i panni dell'aiuto cuoco e starò agli ordini di Santini».
Lei si alza sempre di buon mattino. Costringerà gli ospiti a una sveglia antelucana?
«Domani mattina (oggi ndr) partirò per Roma alle 6 quindi eviterò di imporre i miei orari agli ospiti da Casa Tabanelli. Resterà con loro Massi e preparerà la colazione in orario più consono. Però in strutture come la casa per i senza tetto si va aletto presto e la mattina ci si sveglia presto».
La incuriosisce conoscere le storie delle persone che incontrerà?
«Certo mi incuriosisce anche se non è la prima volta che incontro queste persone o mi confronti con chi vive grandi difficoltà. Alcuni di loro li vedo quotidianamente, ne conosco le storie e le diverse psicologie. Di certo sono interessato soprattutto perché sono persone che fanno parte della nostra città. Pesaro ha come caratteristica il fatto di avere un cuore grande ma in certi casi non è sufficiente. Parliamo infatti di persone invisibili, persone che scompaiono anche dall'orizzonte dei servizi sociali perché non chiedono aiuto o, a volte, lo rifiutano. Le nuove povertà partorite dagli anni di crisi hanno riguardato non solo i più disperati ma anche individui, famiglie che non avrebbero mai pensato di finire in strada, senza più una casa dove vivere. Certo questa volta trascorrerò una notte a Casa Tabanelli e in qualche modo per me è una prima volta. Sono felice di fare questa esperienza e spero di raccontarla nel modo giusto, invogliando i pesaresi a fare altrettanto».
Silvia Sinibaldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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