UN SUPPORTO PER LE USCA CHE STANNO TRATTANDO SOPRATTUTTO POLMONITI

3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Novembre 2020, 05:04
LA PREVENZIONE
PESARO Il Comune mette in campo un altro importante aiuto per i pesaresi: «Tremila saturimetri per le famiglie con over 65». Lo annuncia il sindaco Matteo Ricci, che commenta così l'intervento: «Dopo l'operazione dei buoni, del milione di euro ottenuto dalla città di Pesaro per essere stata una delle città più colpite dal coronavirus risulta un residuo di circa 40mila euro. Abbiamo deciso quindi, insieme all'assessore al Bilancio Riccardo Pozzi e grazie alla collaborazione di Aspes, di acquistare questi apparecchi. I saturimetri spiega Ricci verranno consegnati dai volontari di quartiere alle famiglie con over 65, che ne hanno necessità».
I soggetti
Prosegue il sindaco: «Un'altra bella operazione questa volta dedicata alle persone di età più elevata. Sono proprio gli anziani e i malati coloro che dobbiamo proteggere di più, e la misurazione del livello di ossigeno nel sangue è fondamentale come prevenzione e controllo. Entro fine mese ci arriverà la fornitura conclude il sindaco di Pesaro e nei prossimi giorni saremo più precisi sui criteri di distribuzione». Sarà l'ufficio acquisti di Aspes a farsene carico, utilizzando lo stesso canale di approvvigionamento delle farmacie comunali. Un dispositivo di discreto livello, conferma anche il presidente Aspes, Luca Pieri, che consente di rilevare anche il battito cardiaco.
Il pulsossimetro o saturimetro è un apparecchio portatile che monitora la quantità di ossigeno arterioso presente nel sangue circolante di una persona. Questo strumento, inoltre, è presente in diverse tipologie. Si va da quello hi tech di impiego sanitario al sensore da polso incorporato negli smartwatch. Grazie a questo test, dunque, si può sospettare una complicanza severa. Quando vi è un calo di concentrazione di ossigeno nel torrente circolatorio allora è il segnale che un individuo sta covando una polmonite interstiziale. Questo strumento si avvale di un sensore ottico e si applica, comunemente, sul dito indice della mano in modo da avvolgerlo e rilevare il livello di ossigeno.
Le dotazioni
I modelli base del saturimetro costano intorno ai 20-30 euro e si possano trovare facilmente anche su internet. Questi, però, indicano solo un valore generico di ossigeno presente nel sangue. Quelli più sofisticati, impiegati anche in ambito clinico, superano i 100 euro di spesa e sono adottati sovente nei reparti di malattie respiratorie. Ad oggi i saturimetri a Pesaro non erano così diffusi in modo capillare, ci spiega Gregorio Bucci, medico coordinatore Usca - anche la dotazione assegnata fin dall'inizio della pandemia alle unità Usca era limitata. «Intanto sono una sessantina i saturimetri a nostra disposizione donati dalla Fondazione Cassa di Risparmio riferisce la decisione dell'Amministrazione comunale permette in tal modo anche di evitare un ulteriore inconveniente. Non solo si dà la possibilità ad ogni cittadino di autocontrollarsi, ma si evita anche di dover lasciare a ogni visita a domicilio il saturimetro al paziente che viene curato con terapia anti Covid, fronteggiando al numero limitato e all'andirivieni per riprenderli poi a casa dello stesso».
Casi da trattare
Sul fronte dei pesaresi positivi curati a domicilio per polmoniti meno gravi, si rivela sempre più decisivo il supporto delle unità di medici speciali Usca per evitare l'ospedalizzazione tanto che sono state di recente rafforzate passando a 7 unità sull'Area Vasta 1. I casi: «Ad oggi i pazienti Covid più visitati a domicilio dall'Usca prosegue il dottor Bucci sono prevalentemente nella fascia 50-75 anni mentre il Percorso scuola e altri pazienti dai 30 ai 40 anni, paucisintomatici vengono presi in carico per la maggior parte dai drive test sul territorio. A questi si aggiungono poi una dozzina di visite domiciliari per casi sospetti a cui si fa il tampone. Ciò che maggiormente trattiamo in questo momento sono polmoniti bilaterali ma di bassa entità, un 25 per cento dei casi all'incirca, che con qualche accortezza in più riusciamo a trattare direttamente a casa. In media fra il totale delle visite a domicilio e considerati i pazienti Covid più gravi che seguiamo regolarmente, solo un 10 per cento viene ospedalizzato. Contiamo di implementare anche la strumentazione a nostra disposizione con l'arrivo a stretto giro di un secondo ecografo portatile utilizzato dai medici stessi».
Letizia Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA