Troppi i principi del foro: gli avvocati si reinventano

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Martedì 5 Giugno 2018, 05:05
IL FOCUS
PESARO Professione avvocato, non è più come una volta. Il presidente dell'Odine Danilo Del Prete evidenzia criticità e prospettive della categoria. Uno dei dati più chiari in questo momento è che tanti professionisti devono rincorrere i clienti per farsi pagare. Ma devono farlo anche verso la pubblica amministrazione.
I rapporti
«Le tempistiche di pagamento variano da cliente a cliente. Non esistono studi nel settore. Da qualche anno si assiste ad una inaccettabile dilatazione dei tempi di liquidazione da parte dello Stato nel patrocinio gratuito per i non abbienti. Ciò nonostante, l'Avvocatura continua a garantire la difesa dei soggetti più deboli, nel rispetto della legge che ne disciplina la materia, dimostrando senso di responsabilità e consapevolezza dell'importanza della propria funzione sociale. Anche se troppo spesso tutto questo non le viene sufficientemente riconosciuto dalla politica». La crisi ha cambiato la professione e c'è chi non riesce economicamente a sostenere cause civili per via delle spese.
«Quello dei costi delle cause e dei loro tempi di definizione, è un problema che è sempre esistito nel nostro Paese spiega Del Prete - Forse però non tutti sanno che da qualche anno è possibile ricorrere a metodi di risoluzione alternativa delle controversie, che consentono di ottenere buoni risultati con forte riduzione di costi e di tempo. Mi riferisco alla conciliazione civile ed alla negoziazione assistita. La prima consiste nel rivolgersi ad un soggetto terzo e imparziale (il mediatore) che, nel contraddittorio delle parti, assistite dai rispettivi avvocati, cerca attivamente la migliore soluzione transattiva, prospettandola infine alle parti stesse».
La casistica
«L'accordo - prosegue ancora - eventualmente raggiunto ha efficacia vincolate per le parti, evitando loro le incertezze ed i maggiori costi di un giudizio. L'Ordine degli Avvocati di Pesaro è stato tra i primi a dotarsi di un Organismo di conciliazione, che ha sede nel Palazzo di Giustizia e può contare su professionisti qualificati ed imparziali. Il secondo strumento di soluzione alternativa delle controversie, è quello della negoziazione assistita, e prevede che gli avvocati delle parti, insieme ai rispettivi assistiti e da questi autorizzati, partecipino ad una serie di incontri finalizzati ad individuare una equa soluzione della controversia, che possa soddisfare entrambe le parti, evitandolo loro di dover ricorrere al giudice. In caso di accordo sui termini della convenzione, questa viene sottoscritta dalle parti e dai rispettivi difensori e, analogamente a quanto accade con il verbale della conciliazione civile, la stessa costituisce titolo esecutivo e per l'iscrizione di ipoteca giudiziale».
Il tassello mancante
Manca anche un tassello a una legge. «Le tariffe forensi, sono state abrogate ormai nel lontano 2006, dal cosiddetto Decreto Bersani. Oggi dobbiamo fare riferimento ai parametri ministeriali, che non hanno tuttavia reintrodotto l'inderogabilità dei minimi tariffari, il che purtroppo può facilmente indurre i cosiddetti clienti forti (banche, assicurazioni, ed anche settori della pubblica amministrazione) ad imporre all'avvocato compensi non congrui ed a volte addirittura non dignitosi. L'introduzione dell'equo compenso rappresenta indubbiamente un importante passo avanti per contrastare questo disdicevole fenomeno. Sono fermamente convinto che la tutela della dignità della professione forense ed il suo imprescindibile ruolo nella società moderna, si persegua anche attraverso il riconoscimento del suo valore economico. Gli iscritti sono circa 860 a Pesaro e 240 a Urbino, città sedi dei due tribunali.
Le battaglie passate
«Se il nostro territorio è ancora oggi ritenuto, in qualche modo, una isola felice rispetto a territori vicini, ciò è merito anche delle battaglie condotte dall'Avvocatura, con fermezza e convinzione, per conservare e preservare le funzioni dei Tribunali e delle Procure della Repubblica della Provincia di Pesaro e Urbino».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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