Saltamartini annuncia l'impegno di altri 10 posti letto di intensiva

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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 05:05
L'EMERGENZA
PESARO Invece di alleggerire il sovraccarico di malati Covid su Pesaro, come promesso venerdì scorso al sindaco Ricci nella conferenza di Area vasta, l'assessore regionale alla sanità Saltamartini ha annunciato ieri il prossimo impegno di altri dieci posti letto di terapia intensiva di Marche Nord in vista dell'attesa crescita della curva pandemica nelle prossime due settimane. Quindi, un ulteriore peso caricato su questo territorio, quantomeno per i malati più gravi, nonostante l'impegno preso per rivedere nell'arco di pochi giorni il piano pandemico per una ridistribuzione più equilibrata nella regione dell'assistenza ospedaliera e territoriale. Uno sforzo organizzativo quello della sanità provinciale che, per l'esigenza di più personale e di maggiori spazi delle cure anti Covid, comprime i servizi per i pazienti delle altre patologie, soprattutto laddove non viene in soccorso un adeguato aumento degli operatori sanitari.
Nell'ultima settimana, secondo il report di ieri dell'Osservatorio epidemiologico marchigiano, il numero complessivo dei degenti Covid assistiti nelle strutture del Pesarese è cresciuto del 10% (114 ricoverati a Marche Nord rispetto a 101 dell'11 gennaio scorso e 109 nei presidi extra ospedalieri di Galantara e Macerata Feltria invece di 101, per un totale di 223 contro 202): complessivamente 21 malati in più. Senza considerare i pazienti Covid parcheggiati nei Pronto soccorso (in attesa di un posto letto libero nei reparti dedicati), che sono arrivati ai numeri non trascurabili di 11 a Marche Nord e di 4 a Urbino, ospedale no Covid, sul totale regionale di 62. Proporzionalmente il carico totale Covid è rimasto pressoché invariato sulla provincia di Pesaro Urbino: il 42% dei ricoverati, mentre 7 giorni prima era del 43%, rispetto ai pesi del 31% sulla provincia di Ancona (era il 29%), del 5% su quella di Macerata (era il 4%), del 17% sul Fermano (era il 18%) e del 5% sull'Ascolano (era il 6%). Invece, l'incidenza dei contagi rispetto alla popolazione, nel boom di questa quarta ondata, nel Pesarese è la più bassa della regione, dopo quella di Macerata. Un numero significativo di degenti proviene da altre province.
La previsione
«In una situazione in cui nelle terapie intensive abbiamo un'occupazione del 25% - ha detto ieri l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini in consiglio regionale in risposta alle interrogazione di Pd e M5s - i tecnici non ritengono di aprire il Covid center di Civitanova Marche perché in quel modo si bloccherebbero tutte le attività e gli interventi clinici programmati nella regione (per l'esigenza di medici di varie specialità e infermieri da assegnare all'ospedale temporaneo allestito alla fiera di Civitanova Marche, prelevandolo da altre strutture, ndr). Le proiezioni dell'Osservatorio epidemiologico prevedono che tra la prossima settimana e quella successiva potremmo raggiungere un picco massimo per le terapie intensive tra 80 e 83 casi. E ai 64 posti attualmente occupati nelle Marche si potrebbero aggiungere altri 10 posti a Marche Nord e 10 a Torrette». Il Covid center, ha puntualizzato l'assessore, verrebbe riaperto solamente nell'ipotesi in cui l'incremento dei ricoverati più gravi fosse superiore.
In ogni caso, è significativo che a Marche Nord i pazienti Covid tra le terapie intensiva, semi intensiva e non intensiva siano 114 e all'ospedale regionale di Torrette (che in partenza ha una dotazione di posti letto superiore di quasi la metà) 88.
L'indirizzo dell'assessore regionale Saltamartini è stato contestato dalle opposizioni. In particolare, la capogruppo del M5s, Marta Ruggeri, che aveva segnalato lo squilibrio dell'assistenza, ha evidenziato, rafforzando un concetto espresso da Cesetti del Pd, che «il cuore del problema è la contrazione del diritto alla salute dei nostri concittadini in particolare nell'Area vasta 1. È vero che Marche Nord ha avuto risorse per attivare i posti letto delle terapie intensiva e semi intensiva ma aveva anche chiesto una dotazione in più per la terapia intensiva di 22 medici anestesisti, 120 infermieri, 20 operatori socio sanitari, 3 fisioterapisti, 3 tecnici di radiologia e per la sub intensiva di 10 dirigenti medici, 30 infermieri e 16 operatori socio sanitari. Ma l'ex presidente Ceriscioli allora fece un'altra scelta con l'apertura del Covid hospital. Questa risposta di aumento del personale non è arrivata neanche da voi che al contrario avete scelto di non riaprire il Covid hospital».
La protesta
«Allora esigo coerenza nelle scelte della giunta regionale - ha protestato Ruggeri - con una ridistribuzione migliore dei carichi di lavoro, perché quello che vale per la provincia di Macerata, dove sarebbe compromessa l'attività sanitaria con il Covid center riaperto, deve valere che per le altre province, quella pesarese compresa».
Lorenzo Furlani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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