«Resto fino all'ultimo selfie vi voglio accontentare tutti»

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Venerdì 21 Febbraio 2020, 05:05
L'ADUNATA
PESARO Pochi minuti dopo le 19, Matteo Salvini arriva in piazza passando da un corridoio laterale sul lato di Largo Mamiani. Un gruppo di signore alle transenne lo cercano, lo chiamano, seguendolo visivamente con il telefonino. Lui, salito sul palco, ricambia, smartphone in mano, con una panoramica di tutta piazza del Popolo. «Ma quanti siete, qualcuno negli uffici di Ricci e Ceriscioli inizia ad avere paura e a fare gli scatoloni per andare a casa». A precederlo, il segretario comunale Giovanni Dallasta, «scioccato da questa piazza con 2000 persone, che emozione».
Campagna elettorale aperta
Non ci sono stati problemi di ordine pubblico (a proposito per la Questura sono 1300 i presenti) nel comizio del leader della Lega, che ieri ha aperto la campagna elettorale del centrodestra per le regionali. A presidiare la zona, forze dell'ordine nelle porte di accesso al cuore cittadino, così come in piazza, e i volontari della Lega in pettorina gialla a sorvegliare l'area intorno al palco. «Una piazza di persone splendide, pacifiche, imprenditori che lavorano - ha continuato Dallasta, negli interventi pre-Salvini - Cinque anni fa, quando ho preso la Lega in mano, avevamo meno dell'1% a Pesaro, oggi siamo cinque consiglieri comunali, uno provinciale e tanti consiglieri di quartiere». Il microfono passa di mano, tra gli altri parlano il consigliere di Fano Luca Serfilippi, l'ex sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, il coordinatore regionale Paolo Arrigoni. Non potevano mancare riferimenti alle Sardine, riunite in piazzale Lazzarini. «Dove erano le sardine del Pd in questi anni quando venivano chiusi 13 ospedali nella Regione, o quando l'economia si sgretolava», è stato l'attacco del consigliere regionale della Lega Mirco Carloni.
Cartelli e lettere
In prima fila spuntano ben visibili, i cartelli gialli alzati dai 26 dipendenti del Mercatone Uno. Hanno consegnato una lettera all'ex vicepremier. «Dallo scorso mese di maggio siamo in cassa integrazione, e a breve finiranno gli ammortizzatori sociali. Vogliamo certezze sul nostro futuro, che ora non abbiamo, e chiediamo a Salvini di aiutarci». Lui risponde: «Vedo sotto il palco i ragazzi del Mercatone Uno, è uno dei 150 tavoli di crisi sul lavoro che stiamo seguendo». Nel suo lungo intervento, aperto dalla folla che grida Matteo, Matteo Salvini parte dall'attacco al Governo Conte, «sono sei mesi che litigano senza fare nulla», per poi passare alle vicende giudiziarie, «dovrò andare in Tribunale a Catania perchè ho bloccato uno sbarco, difendere la patria è un dovere», e cita tra le sue azioni, legittima difesa, codice rosso, misure contro lo spaccio di droga. Poi si rivolge alla piazza, chiedendo chi si trova in quel momento per la prima volta ad un comizio politico. Tante mani alzate, «siete la maggioranza, vi dico grazie dal profondo del cuore, escludo che siate qui perchè siete fascisti, razzisti, sovranisti».
La visita all'Unione Ciechi
Prima dell'arrivo in piazza del Popolo, Salvini ha «salutato gli amici dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti per il centenario dell'associazione», e ha letto i quotidiani locali che indicavano «schieramenti di polizia, cambi di viabilità, tutto questo perchè ci sono le Sardine, che scendono in piazza solo perchè ce l'hanno con me, proprio un bel programma, mentre noi parliamo di sanità e di tanti altri temi». Si sente la voce di un contestatore: «metteremo fiori nei vostri cannoni», la risposta del senatore Lega. «Viva Pesaro, viva le Marche, andiamo a riprenderci questa terra», la chiusura prima della marea di selfie con simpatizzanti e militanti. Due bambini si avvicinano subito al Capitano, uno se ne va con il sorriso e un autografo. «Non vado via fino a quando non vi avrò accontentati tutti», prima di spostarsi all'hotel Flaminio per la cena con 600 persone.
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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