Presidi in ordine sparso «È una marcia indietro»

3 Minuti di Lettura
Lunedì 26 Ottobre 2020, 05:04
LA SCUOLA
PESARO Tutto da rifare sui banchi di scuola degli istituti superiori, all'indomani del nuovo Dpcm. Un giorno di tempo per adeguarsi. Perplessi e confusi su tempi e sulle modalità dell'ennesima riorganizzazione, la seconda a distanza di una settimana, i dirigenti scolastici attendono la giunta straordinaria che il Governatore Acquaroli, convocherà per oggi, proprio sul nodo scuola.
I conti che non tornano
Aumentare la didattica a distanza dal 50 al 75%, come indicato nel Dpcm, significa avere in presenza solo il 25% delle classi di un istituto ovviamente senza smembrare le singole classe: per questo si dovrebbe prevedere la rotazione delle classi con il 25% in presenza per una settimana e per tre settimane a distanza. Ma i dirigenti scolastici rivendicano la propria autonomia e ammettono che l'organizzazione al 75% a distanza, non sarà semplice. E già oggi, è prevista la prima riunione convocata con urgenza dei capi dipartimento dei singoli istituti del territorio provinciale, così annuncia Riccardo Rossini, dirigente dello scientifico Marconi e presidente regionale dell'Associazione nazionale presidi. Una domenica trascorsa on line per Chiara Fiorucci, vicepreside dell'Agrario Cecchi, per consultarsi con i tecnici informatici dell'istituto e dipanare questa nuova matassa, che ricade sull'intero istituto e non più limitata alle classi del solo triennio. «Non riusciremo a elaborare un nuovo piano scolastico di riassetto, senza preavviso subito da oggi. Non è ancora chiaro quante saranno con esattezza le classi che dovranno restare in didattica a distanza. Il Cecchi ne conta 50 e non potranno essere a scuola in presenza più di 13 classi. Il che significa che potremo tenere a scuola un corso dell'indirizzo tecnico e uno per il corso professionale. Sono ore frenetiche in cui dovremo con tecnici e insegnanti d'istituto capire la rimodulazione.
Gli strumenti
Fino a venerdì scorso sono state liberate 15 aule, dotate di pc e strumentazione necessaria a permettere il collegamento con il 50% dei ragazzi collegati on line da casa. Ora invece dovranno essere rimodulate 38 aule e attrezzate per il collegamento degli insegnanti con i loro studenti. Già l'istituto aveva provveduto all'acquisto di nuovi pc portatili e webcam, il vero problema con il maggior numero di studenti on line, sarà però garantire la copertura adeguata e funzionante per tutti dello streeming. Mantenere una connessione così elevata non sarà facile, oltre a non avere il tempo materiale per testare tutta la strumentazione». Per il preside dello scientifico musicale Marconi, arrivare al 75% di didattica a distanza sembra quasi una presa in giro, dopo gli sforzi fatti dagli istituti per trovare nuovi spazi, allargare aule e ripartire.
Meglio tutti in Dad
«Cosa farà il Marconi lo deciderò oggi. Credo che la soluzione ormai più adeguata, sia anticipare di nuovo i tempi di un lockdown totale e portare al 100 per cento la didattica on line con lezioni da casa. L'auspicio è che anche l'ente regionale dia indicazioni più adeguate alle scuole. Perché allora non lasciare l'autonomia decisionale ai singoli dirigenti scolastici, che meglio di altri conoscono le problematiche interne, sulla base dei singoli casi positivi e dell'isolamento delle classi? E invece si sono persi cinque mesi di tempo. Prima con le indicazioni del Ministero date alle scuole per adeguare aule o cercare altri spazi, poi chiudendo di nuovo, ora ciò che serve per organizzare una didattica a distanza vera, che possa essere efficace non c'è. Molte scuole non hanno connessione né la giusta strumentazione per sopportare questi numeri. Non è stato fatto nulla sul territorio per la banda ultra larga quando invece sappiamo bene che servirebbe fibra ottica e un sistema di videoconferenza, che dia ai ragazzi risposte, e la percezione di essere come in classe». Roberto Lisotti, dirigente del polo Mamiani attende la decisione della giunta regionale.
Dividere o non dividere
«Da una prima lettura, sembra che spetti all'ente locale, sentito il mondo della scuola e i tecnici, capire se adottare in modo conforme il nuovo provvedimento Per oggi continueremo con la didattica al 50% delle classi, ma se dovremo adeguarci inizieremo a valutare numeri e disposizione delle aule, tenendo conto che il polo Mamiani conta 2400 ragazzi su 3 sedi». All'artistico Mengaroni la preside Serena Perugini, sta pensando alla modalità di riordino più efficace per ragazzi e insegnanti. «Se dovremo tarare la didattica al 75% osserva credo che dividerò la classe in gruppi in presenza e a distanza, in modo tale da avere un quarto della classe in presenza, altrimenti ci troveremo a non vedere i nostri studenti per tre settimane consecutive».
Letizia Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA