«Mai più chiusure Covid Il 2022 anno della svolta La politica dia risposte»

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Giovedì 30 Dicembre 2021, 05:05
LE ATTESE
PESARO L'anno nuovo, per il mondo economico della nostra provincia, è uno scenario che si anima di attese diverse a seconda dei diversi settori. Il punto di convergenza è però la richiesta rivolta al Governo di evitare nuove paralisi a catena dovute al Covid. «Bisogna individuare afferma infatti Andrea Baroni, direttore di Confindustria tutto ciò che sia utile per scongiurare una simile eventualità. Questo è il tema principe».
La funzione dirimente
Altra questione dirimente per tutte le associazioni di categoria è il ruolo che devono assumere Comuni, Provincia e Regione. «Possono fare molto prosegue Baroni per accrescere la competitività delle imprese, ne abbiamo tante che investono e ampliano, abbattendo tempi burocratici insostenibili. In un Comune più grande può succedere che trascorrano tre anni prima di costruire un capannone, mentre in un Comune più piccolo bastano sei mesi. Sarebbe opportuno trovare un'armonia di territorio». Un bel tema, sempre secondo Confindustria, è l'esigenza di trovare figure, in particolare tecniche, sempre più centrate rispetto alle esigenze delle imprese. «Serve un patto di territorio per la formazione prosegue Baroni che coinvolga tutti, quindi associazioni, imprese, sindacati, scuola, enti e istituzioni locali. Abbiamo già avviato alcuni contatti e da gennaio proseguiremo nel lavoro per costituire questo tavolo». Le politiche sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche sono ulteriori priorità insieme con lo sforzo per completare la Fano-Grosseto.
Gli sconquassi del Covid, sostiene Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio, sono tanto più profondi nel turismo e nel terziario in genere. «Si tratta sostiene del vero settore trainante per l'economia del Paese, che non è il manifatturiero, ma deve registrare la sostanziale assenza del Governo Draghi. Servono ristori per le imprese di settore, altrimenti muoiono, e si aspetta la proroga della cassa integrazione nel turismo, in scadenza fra dodici mesi, ma l'impressione è che a Roma si pensi di più alla poltrona presidenziale». Incalza Varotti: «In Italia si vendono troppi prodotti su Internet e sempre di meno nei negozi. Si faccia almeno pagare il 15 per cento di web tax ai giganti della rete, che portano via lavoro agli operatori italiani, ma che non pagano le tasse qui da noi. Se le famiglie finissero il mese con qualche soldo in più nelle tasche, ne guadagnerebbe tutta l'economia. Il nostro è però il Paese che le costringe a pagare 700 euro in più all'anno per gas e luce, mentre al tempo stesso toglie il massimale di 240.000 euro agli stipendi della pubblica amministrazione e imposta una manovra Irpef attenta ai redditi alti piuttosto che ai medio bassi. Auspichiamo un'inversione di tendenza. Alla Regione si chiede che metta in funzione entro il giugno prossimo l'azienda per internazionalizzare il turismo marchigiano. Quanto ai Comuni, quelli che hanno tagliato le risorse del settore dimostrano di avere capito ben poco».
L'agricoltura sostenuta dal grano
Le priorità di Denis Bernabucci, direttore provinciale Confagricoltura, consistono «nello snellire una burocrazia impressionante» e nel «garantire reddito adeguato agli operatori». «Il 2021 aggiunge è andato bene grazie all'aumento del prezzo del grano. Appena dovesse però flettere, la crescita dei costi per le aziende creerebbe subito una situazione di forte difficoltà». Impennata dei costi riguardanti materie prime e bollette stanno mettendo in difficoltà, secondo Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato di Ancona e Pesaro Urbino, imprese «che hanno già pagato tanto a causa della pandemia» e che ora vivono una crescita dei fatturati, «ma non degli utili: priorità dunque alla riduzione delle tasse su gas ed energia elettrica per rendere più competitive le imprese».
I rischi in agguato
Secondo Alessandro Ligurgo, direttore di Confesercenti, ripresa del contagio e clima di pesante preoccupazione hanno assestato un'altra mazzata al turismo: «Gli operatori hanno bisogno di sostegno in attesa della ripartenza, che sono sicuro arriverà. Ristori, sgravi fiscali e anche qualche scelta più decisa, soprattutto in fatto di Covid». Moreno Bordoni di Cna coglie segnali positivi in vista del 2022, soprattutto da meccanica, mobile-arredamento e nautica, tre comparti che da soli valgono «il 70 per cento dell'economia regionale». La conclusione: «Attenzione però a elementi di rischio come il rincaro delle materie prime, una tendenza ormai internazionale, e la pandemia. Un nuovo lockdown costringerebbe alla chiusura circa un'impresa su tre e il Governo deve evitarlo».
Osvaldo Scatassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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