Local tax, per il Comune un affare da 20,5 milioni

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Domenica 3 Novembre 2019, 05:04
LA MANOVRA
PESARO Addio Imu e Tasi, in arrivo la Local tax, per il Comune di Pesaro un affare che supera i 20 milioni di euro. Una delle novità più rilevanti della manovra di bilancio del Governo riguarderà, a meno di dietro front o modifiche nella conversione in legge in Parlamento, una rivoluzione per le principali imposte locali. Imu e Tasi, le imposte che riguardano case e beni immobili, verranno accorpate in un'unica tassa, la cosiddetta Local tax. Il motivo di questo accorpamento è legato alla necessità di sfoltire il numero di aliquote e acronimi con i quali devono fare i conti i contribuenti.
Base imponibile
La base imponibile è la stessa, sono sostanzialmente due imposte con qualche differenza che però gravano sugli stessi immobili con doppio adempimento e pagamento. Ora si aprirà, anche a livello locale, in vista del bilancio di previsione, che il Comune vorrebbe chiudere entro fine anno, la valutazione tecnica e politica sull'aliquota della Local tax, in attesa che da Roma arrivino maggiori dettagli sulla riforma fiscale, anche se dovrebbe essere confermato il range entro il quale potranno fare leva i Comuni: la nuova imposta avrà un tetto pari alla somma delle aliquote delle due tasse, ossia il 10,6 per mille. Focalizziamoci sulla realtà pesarese e vediamo cosa cambierà, numeri alla mano. Il Comune di Pesaro conta di incassare, per tutto il 2019, 15,3 milioni di euro di Imu, 5,2 milioni di Tasi, e 18,1 milioni di euro di Tari, per un totale di quasi 39 milioni di euro.
Le differenze
La Tasi è all'1,9 per mille, mentre per quanto riguarda l'Imu, 8,7 per mille su seconde case sfitte o affittate in regime ordinario, e tutte le altre tipologie di immobili e terreni che non rientrano in casi specifici. Ricordiamo chi deve pagare l'Imu. Chi abita in ville, palazzi storici o abitazioni ritenute di pregio, ma anche proprietari di aree fabbricabili, proprietari di terreni, chi ha in concessione un'area demaniale. L'Imu si differenzia per diverse situazioni: il 7,7 applicato su imprese, uffici e negozi. Le agevolazioni sugli affitti, introdotte alcuni anni fa, hanno aperto la strada, seppur con risultati meno soddisfacenti del previsto, a tre diversi casi: Imu al 5,7 per mille per le abitazioni affittate a canone calmierato, 4,7 per i locali commerciali affittati a nuove attività a canone calmierato. E 6,7 per quei titolari di locali sfitti che, anche se stipulano un contratto d'affitto per favorire l'avvio di imprese, negli ultimi cinque anni non hanno mantenuto l'immobile in uno stato decoroso. Inoltre, in attesa di vedere le novità con la Local tax anche in termini di esenzioni e agevolazioni, sono ancora valide fino al pagamento della seconda tranche di metà dicembre, le misure in vigore: il genitore con due case nello stesso Comune può risiedere in una, che viene considerata prima casa e quindi esente dal pagamento di Imu e Tasi, e cedere in comodato d'uso al figlio la seconda casa su cui paga il 50% delle tasse.
Il pagamento
Per quanto riguarda l'affitto a canone concordato, i proprietari dell'immobile possono usufruire del 25% di sconto sull'Imu. Altra novità della manovra riguarda proprio gli affitti: la cedolare secca sugli affitti a canone concordato resterà al 10 per cento in via strutturale. Le imposte locali si possono pagare, per quanto riguarda Imu e Tasi, con i bollettini F-24 in banca o alle poste, e attraverso i sistemi di home banking. Per la Tari, con i bollettini arrivati direttamente nelle buche delle lettere da parte di Comune e Marche Multiservizi.
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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