Il silenzio del soldato Rossi

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Martedì 23 Gennaio 2018, 05:04
LA POLITICA
PESARO Pagnini piglia tutto, dall'uffico di presidenza all'Unione Pian del Bruscolo, dopo le dimissioni di Carlo Rossi dalla guida del Partito democratico pesarese. Forza Italia attacca sul museo rossiniano: «Verrà distrutta la collezione già presente a Palazzo Antaldi», ma c'è l'appoggio dei Cinque Stelle.
I due fronti
Due fronti politici ieri per il Pd e la maggioranza pesarese nella prima seduta dell'anno di consiglio comunale. Prima, le questioni interne, con la necessità di trovare la quadra sui ruoli lasciati scoperti a seguito delle dimissioni di Carlo Rossi da capogruppo del Pd. Poi le questioni esterne, per rispondere agli attacchi di parte della minoranza, sul progetto per creare il museo di Rossini a Palazzo Antaldi. Rossi non ha partecipato alla seduta di ieri e di conseguenza non ha chiarito in prima persona le motivazioni legate alla sua decisione di lasciare il ruolo di capogruppo del Pd pesarese. Resta la sua comunicazione di «motivi personali» collegata alla lettera di dimissioni e la convinzione, tra diversi esponenti nel Pd, che, almeno in parte, abbia influito nella decisione di Rossi, l'esclusione dagli organismi provinciali del partito. E se in tanti all'interno del Pd hanno ritenuto ingrato il comportamento del partito nei confronti di Rossi da sempre convinto e allineato protagonista della politica, Rossi ha confermato la sua lealtà tacendo sui reali motivi delle sue dimissioni certamente sofferte. Delusione e amarezza di cui invece ha parlato su Facebook il fratello Lorenzo, ex vice sindaco di Pesaro.
La successione
Il gruppo dem aveva già indicato Marco Perugini nuovo capogruppo e ieri ha proceduto ad eleggere i rappresentanti negli altri due posti lasciati liberi da Rossi. All'ufficio di presidenza e nel consiglio dell'Unione Pian del Bruscolo è stato eletto Alessandro Pagnini. Per lui, 17 voti favorevoli e 11 astenuti all'Ufficio di Presidenza e 18 favorevoli e 7 astenuti per il consiglio dell'Unione. «Ringrazio il consigliere Rossi per il lavoro svolto in rappresentanza della maggioranza è intervenuto Perugini - Per una questione di continuità, la maggioranza ha proposto il nome di Pagnini anche per l'Unione dei Comuni».
Dagli incarichi al museo
L'altro fronte politico si è consumato intorno al tema del nuovo museo rossiniano. E' stato approvato lo schema di convenzione tra Comune e Fondazione Carisp, proprio per avviare il percorso che porterà alla creazione dello spazio museale sul compositore. Ci sono stati 25 voti favorevoli e tre contrari (tutta Forza Italia), e due astenuti (Andreolli dell'Ncd e Dallasta della Lega). «Oggi gli spazi della fondazione sono completamente pieni di opere d'arte di proprietà della fondazione Carisp che raccontano la storia di questa provincia. Che fine faranno? Verranno messi negli scatoloni o dove verranno esposti? Altro spazio lì non c'è», ha evidenziato Alessandro Bettini di Forza Italia. E Federico Alessandrini dei Cinque Stelle ha chiesto «perchè è prevista una gestione privata e non si è pensato ad una gestione diretta da parte del Comune? E ci saranno biglietti di ingresso?».
Direzioni gestionali
Il vicesindaco Daniele Vimini ha risposto che l'amministrazione «non può assumere personale solo per quella finalità specifica, e questa non è la direzione in cui va la gestione dei sistemi museali in nessuna parte d'Italia. Ed è difficile, vedendo anche le esperienze in altre parti d'Italia, che un museo della musica non preveda biglietti di ingresso. Sulle opere attualmente presenti, bisognerà ragionare con la Sovrintendenza, non è questo il momento per discuterne, ma non andranno disperse».
Che confusione
Bettini ha incalzato: «Amministrazione in stato confusionale, si elimina un museo per farne un altro, distruggendo una collezione». Per Ilaro Barbanti del Pd «il museo rossiniano è un'iniziativa di altissimo valore». Il sindaco Matteo Ricci nel suo intervento ha puntualizzato che per il museo «faremo una gara e poi valuteremo il progetto migliore, chi metterà più pezzi dentro, chi farà maggiore promozione. Poi la commissione deciderà. Teniamo da parte le divisioni politiche, almeno su questi temi. E' un'occasione straordinaria, proviamo a giocarla al meglio».
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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