IL RAID
PESARO A volte ritornano. E se tornano è per non fallire. Sono i

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Domenica 24 Marzo 2019, 05:04
IL RAID
PESARO A volte ritornano. E se tornano è per non fallire. Sono i ladri che ieri, poco prima dell'alba, hanno assaltato il magazzino della maison Ratti in via Jesi a Tombaccia, usando una Bmw X1 rubata come auto ariete per trafugare capi di marca. Gli stessi che avevano già tentato il colpo lo scorso inverno, nella notte a cavallo tra l'11 e il 12 dicembre.
La convinzione
Ne sono convinti gli addetti alla vigilanza e anche gli inquirenti - le indagini sono affidate alla squadra mobile -: il primo tentativo, con la banda che si calava dal tetto dello stabile, è fallito per il sistema d'allarme, lo stesso impianto ha continuato a fare il suo dovere anche questa volta ma i malviventi si sono fatti più scafati. Sono arrivati più preparati. Sapevano di contare su un tempo ristretto, tra i 4 e i 5 minuti al massimo dal momento in cui l'allarme suona all'arrivo delle pattuglie di vigilanti e forze dell'ordine. E loro hanno giocato d'astuzia disseminando di ostacoli le strade di accesso tra via Fermo e via Jesi, sbarrandole con cassonetti dell'immondizia messi di traverso insieme a dei pali di ferro in modo da bloccare l'accesso ai mezzi delle forze dell'ordine. Come poi è avvenuto. Ricorda qualcosa? E' lo stesso espediente utilizzato dalla banda (o dalle bande) che assaltano i distributori di self service per sradicarne le colonnine con la cassa. L'ultimo caso è avvenuto poche notti fa sulla Montelabbatese ai danni dell'impianto dell'OilOne dove sono stati impiegati mezzi agricoli e tubi. Per inciso all'OilOne i ladri se ne sono andati a mani vuote ma di danni ne sono stati fatti parecchi.
Modus operandi
Come al magazzino Ratti dove ai danni si deve aggiungere però anche il valore dei capi trafugati. Un bottino ingente secondo gli investigatori - ieri mattina rimbalzavano cifre consistenti dai 100mila ai 150mila euro - , ma Silvana Ratti ci va più cauta sull'importo effettivo definito ancora di fase di quantificazione e ancora oggetto di inventario. La cifra insomma scenderebbe di parecchio. La banda è riuscita a portare via diversi sacchi e scatoloni di vestiario, altri sono stati gettati a terra all'arrivo delle guardie giurate e della polizia con il vigilante che ha sparato un colpo in aria per intimidire i malviventi e convincerli a desistere. Sicuramente, come già l'altra volta, i ladri hanno saputo scegliere in modo oculato quando entrare in azione: sotto Natale prima, aspettando l'arrivo dei nuovi capi di abbigliamento per la primavera-estate ora. L'allarme è scattato alle 5.30: dal monitor della centrale di sorveglianza l'addetto interno che ha dato l'allarme ha assistito all'irruzione di almeno cinque uomini, incappucciati e con i guanti all'interno del deposito.
Da Alessandria a Pesaro
Un ingresso a forte impatto: per sfondare la porta d'accesso blindata è stato utilizzato un suv Bmw poi abbandonato distrutto e risultato rubato ai primi di marzo in provincia di Alessandria, a rimarcare l'ideazione di un piano che parte da lontano e che si voleva portare a termine nel momento ritenuto più fruttuoso. L'auto è stata scagliata con forza contro la porta, sfondandola. Una volta all'interno i ladri hanno cominciato a prelevare la merce e a caricarla su un furgone bianco che si erano portati appresso insieme a un altro suv, stesso modello, per consentire la fuga di gruppo. Il colpo è durato pochi minuti il tempo necessario perchè al deposito giungessero la squadra volante della polizia e gli uomini del servizio Vigilar. Bloccate da loro stessi le strade d'accesso i banditi hanno trovato una via di fuga originale e molto probabilmente già studiata in precedenti sopralluoghi: la pista ciclabile che corre lungo il Foglia e che consente di raggiungere la zona della Torraccia. E così è stato fatto. Furgone e Suv sono piombati lungo la Bicipolitana.
Il punto sulle indagini
Le indagini sono cominciate subito: la polizia ha acquisito le immagini della videosorveglianza dove la scena del furto è bene impressa e si stanno compiendo accertamenti sull'auto ariete alla ricerca di tracce. Si vagliano anche testimonianze per verificare se nei giorni precedenti siano state viste aggirarsi persone sospette che stavano compiendo sopralluoghi. Il deposito della maison Ratti non è da molto che è nella zona: una soluzione voluta per snellire la casa madre principale in via Rossini. Molta discrezione e attenta vigilanza con un impianto di sicurezza potenziato dopo lo scorso dicembre. «I nostri tempi di reazione sono stati rapidi» hanno sottolineato gli uomini della sicurezza. Mentre Silvana Ratti, passato il primo e comprensibilissimo momento di sconcerto, ha preferito prenderla con filosofia: «Avrebbero potuto farci molto peggio».
Simonetta Marfoglia
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