«Il privato bonifichi l'amianto altrimenti lo farà il Comune»

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Martedì 19 Febbraio 2019, 05:04
LA DENUNCIA
PESARO Possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Non ancora a finestre aperte ma, dopo 8 anni di battaglie contro i fantasmi, le famiglie di via Labriola incassano una promessa tangibile: il Comune emetterà una nuova ordinanza di rimozione e smaltimento della copertura in Eternit dell'ex stabile Copredil, fatiscente da anni e poi, trascorsi i giorni stabiliti, tra i 30 e 60, «se il curatore fallimentare non avrà proceduto alla bonifica - è il passaggio cruciale dell'assessore all'Ambiente, Franca Foronchi - sarà il Comune stesso a intervenire».
Lavori mai partiti e attesi dal 2011
«Per legge, in caso di rischio per la salute pubblica, il Comune può infatti sostituirsi al proprietario o, come in questo caso, al curatore fallimentare con cui poi il Comune stesso si andrà economicamente a rivalere» specifica la Foronchi. Mai accaduto fino ad ora. Queste parole erano attese dal 2011. E non solo dalle famiglie di via Labriola, quelle da sempre in prima linea in una battaglia per la salute pubblica sintomatica dei nostri tempi. Questa, vale la pena di ricordarlo, è una storia che riguarda tante finestre chiuse e bambini costretti a non mettere piede in cortile. Un incubo, reale, con la cadenza del respiro e la consistenza della polvere. Quella che ad ogni folata d'aria si alza, da anni, dall'enorme tetto in Eternit, il fibrocemento, dello stabile rosso visibile dalla rotatoria di via Ponchielli. Un casermone che, giorno dopo giorno, si sta sbriciolando e sul cui retro bottega si affacciano terrazzi, giardini e portoni di decine e decine di famiglie. Una bomba potenziale, in realtà, per migliaia di pesaresi. Quelli residenti nel triangolo compreso tra via Labriola, via Andrea Costa e via Lupieri Siro ma anche quelli che passano ogni giorno in via Solferino e via Giolitti.
«Come parlare con i fantasmi»
L'inchiesta del Corriere Adriatico che, sul caso specifico, nelle scorse settimane aveva ricostruito un intreccio di burocrazia, ritardi ed evasioni lunghe 8 anni, ha provocato il primo riscontro concreto: il Comune, dopo il nuovo responso di Asur sull'area (poco più di una formalità, visto che dal 2011 ad oggi, la bonifica richiesta non è mai stata eseguita) interverrà sull'attuale titolare o, in secondo battuta, per conto proprio. Basta rinvii. «Sono parecchi e di entità importanti i capannoni industriali in disuso nelle zone residenziali di Pesaro. Con la crisi si sono moltiplicanti - spiega l'assessore Foronchi - Prima bastava una telefonata alla ditta e questa, sia per non aver problemi con il lavoro che con i propri dipendenti, incapsulava il tetto. Molte volte non interveniva neppure l'Asur, bastava parlare con il proprietario. Con la crisi, invece, tutto questo è venuto meno e ora ci ritroviamo con ditte fallite e capannoni chiusi, vecchi, a pezzi, all'interno di luoghi densamente abitati».
La battaglia di tante famiglie
Via Labriola, da questo punto di vista, è emblematica: dietro l'IperCoop, lungo poche centinaia di metri, si contano 6-7 capannoni chiusi e in stato di abbandono totale. Molti di questi, con l'ex stabile Coprendil in testa, hanno vecchie coperture in Eternit. «L'Asur, in questo caso, ci confermerà la bonifica da effettuare e il Comune emetterà una nuova ordinanza di rimozione e incapsulamento» rimarca la Foronchi. Un'operazione da diverse decine di migliaia di euro. «Ma se il curatore non lo farà, per legge, ci sostituiremo a lui nei lavori e come Comune, tramite una ditta specializzata, effettueremo la bonifica per poi rivalerci economicamente su di lui. Nel giro di 3-4 mesi quel tetto non ci sarà più». Anche il Comune, come i residenti, ha avuto le mani legate per 8 anni. Dal 2011 a oggi è stato come parlare con i fantasmi: a niente (vedi la tabella) sono serviti ripetuti avvisi, esposti e denunce per inosservanza.
«Facciamo interessi dei cittadini»
«Questa crisi infinita ha creato problemi anche dal punto di vista ambientale, oggi non ci sono più interlocutori - spiega l'assessore all'Ambiente di Pesaro - Molti imprenditori non hanno più soldi per effettuare i lavori ma quando c'è la salute pubblica di mezzo, la legge è chiara: la bonifica diventa una priorità da pagare. Prima che arrivi l'ordinanza cercheremo di parlare con l'interlocutore ma rispetteremo il percorso. Mi sento di rassicurare tutto il quartiere: noi facciamo l'interesse della salute dei nostri cittadini».
Gianluca Murgia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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