IL CASO
PESARO «Noi furbi? Abbiamo installato le protezioni come richiesto

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Mercoledì 17 Aprile 2019, 05:04
IL CASO
PESARO «Noi furbi? Abbiamo installato le protezioni come richiesto dall'ordinanza. Il sindaco con le sue parole lede la nostra dignità, e se farà una nuova ordinanza, ricorreremo al Tar». Ora parlano Cesare e Domenico Brardinelli, i proprietari dell'ex Suzuki, lo stabile che un tempo ospitava l'omonima concessionaria. E rispondono al sindaco Matteo Ricci che qualche settimana fa, intervenendo in consiglio comunale, ha detto riferendosi proprio all'immobile di Largo Tre Martiri: «Il proprietario ha messo due tavolacce, ma adesso gli facciamo una nuova ordinanza, a maggior ragione proprio perchè ha fatto il furbo».
Botta e risposta
I Brardinelli rispondono così al sindaco: «Abbiamo già provveduto ad installare delle protezioni su parte del fabbricato, ed altre sono in via di ultimazione, pur con le difficoltà operative connesse ad un completo assemblamento dell'edificio. Gli interventi sono eseguiti per completare quanto disposto nell'ordinanza comunale in tema di decoro, una qualifica questa che certamente non può essere attribuita a diversi edifici, anche di proprietà comunale, che deturpano la città e che evidentemente sfuggono al signor sindaco. Con l'occasione continuano i proprietari dell' ex Suzuki - evidenziamo che lo stato attuale della costruzione non è dovuto ad incuria, ma all'impossibilità, che dura da 25 anni, di effettuare un completo restauro, perchè le norme del Piano regolatore sono di fatto inattuabili. Tanto è ben noto al Comune di Pesaro, cui sono state consegnate solo dal 1998 al 2009 ben quattro osservazioni riscontrate da parte dei tecnici, con richieste di varianti per cercare di contemperare le promesse purtroppo verbali, delle precedenti massime autorità comunali».
Promesse verbali
«Queste - proseguono - ci avevano richiesto, già in possesso di licenza edilizia, di rinunciare a fabbricare in altra zona della vicina Soria, in cambio di analoga cubatura sull'edificio ex Suzuki. Il fabbricato rientra attualmente in un comparto edilizio, di cui fa parte lo stesso Comune di Pesaro per il 50% della superficie, con vincoli e paletti che di fatto paralizzano qualunque nostra iniziativa».
Poi sulle parole del sindaco: «Che il sindaco abbia qualificato furbi i proprietari e perciò stesso meritevoli di altra ordinanza, appare non solo ingiustificato, ma espressione lesiva della dignità dei destinatari. L'averla pronunciata in un pubblico consiglio comunale, e poi riportata dalla stampa, costituisce una evidente aggravante. Su tanto, ci riserviamo ogni tutela in via giudiziaria e, per quanto attiene l'ordinanza, il ricorso alla giustizia amministrativa».
La tempistica
Ecco cosa prevede l'ordinanza sul decoro che viene emessa dall'amministrazione comunale: 60 giorni per installare ponteggi e impalcature, o altre modalità equivalenti, schermate da teli o pannelli, per coprire tutte le facciate e parti degradate. E poi 180 giorni sui lavori di manutenzione, per ripristinare le condizioni di cura e decoro delle facciate del fabbricato e delle opere complementari di rifinitura.
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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