I furbetti della Legge 104 in campo gli investigatori

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Martedì 12 Novembre 2019, 05:04
IL FENOMENO
PESARO Richiedere e utilizzare permessi orari o giornalieri retribuiti, per assistere un familiare disabile o malato è un diritto di ogni lavoratore dipendente, disciplinato dalla cosiddetta legge 104. Ma quando i permessi per l'assistenza a familiari che siano genitori anziani, disabili, invalidi o malati cronici, aumentano ecco che entrano in campo gli investigatori privati per stanare per conto delle aziende i furbetti ed eventuali abusi. Un fenomeno che, riferiscono dalle agenzie investigative, è in aumento costante
Il trend
Le indagini e le casistiche su chi si approfitta della Legge 104 sono raddoppiate da un anno all'altro. «Notiamo una maggiore sensibilità degli imprenditori e delle figure che seguono il personale e la formazione spiega Alessandro Giuliani per Kontrol Service - Sono sempre più frequenti le segnalazioni per dipendenti, siano essi impiegati, operai, impiegati ma anche quadri dirigenziali, che fanno ricorso a permessi di assistenza. In numeri dall'inizio dell'anno sono state svolte dall'agenzia, e in maniera capillare, già 89 accertamenti in materia. I casi oggetto di verifica sono raddoppiati rispetto al 2018, dove erano state invece 47 le richieste arrivate. Di solito le investigazioni sono svolte per tre giorni al mese quanti sono i permessi che vengono concessi dall'Inps e più del 50 per cento delle indagini svolte hanno dato ad oggi esito positivo, cioè i dipendenti seguiti non si sono mai recati presso gli assistiti, per i quali era stato richiesto il permesso. Solo su Pesaro abbiamo già scovato 15 casi di abuso della 104». Segnalazioni in aumento anche per la Pj Investigazioni.
Cambio di passo
«Dal 2018 ad oggi entra nel merito Alessandro Gili titolare della PJ Investigation insieme a Piero Berardi - sono state svolte su Pesaro oltre 40 accertamenti per i furbetti della 104. Di questi una decina i casi riscontrati illecito. Per esempio su un'azienda di grandi dimensioni che conta dai 50 ai 100 addetti si va da un 10 fino a un 20 per cento di segnalazioni solo per la 104. La nostra professione negli ultimi anni ha subito un cambio di tendenza e le indagini che vengono svolte non interessano più solo la sfera familiare o della relazione privata: sono sempre più le imprese che si rivolgono a noi per evitare che ci siano dipendenti che con il loro comportamento, possano causare un danno. In questo caso il danno è doppio: alle casse di un ente pubblico come l'Inps e al tempo stesso all'impresa come perdita di produttività». Sulla base della normativa chi usufruisce di un permesso non dovuto o ne abusa è sottoposto a provvedimenti disciplinari da parte delle aziende stesse e se la violazione è documentata e accertata il lavoratore furbetto rischia anche la procedura di licenziamento per giusta causa.
Non solo privato anche il pubblico
«Non ci sono solo i lavoratori che commettono illeciti, capitano anche casi in cui è la stessa azienda a tenere un comportamento che lede il diritto del lavoratore». A rimarcarlo è l'avvocato Virgilio Quagliato, che tutela i lavoratori in quanto esperto di diritto del lavoro e legale rappresentante di Cgil. «Un caso fra i più recenti - puntualizza - e per cui siamo in attesa di udienza in Tribunale, riguarda la decisione del titolare di un'azienda pesarese che, visto lo stato di malattia di un suo dipendente con la perdita di una idoneità, seppur parziale, al lavoro, ha comunicato al lavoratore la scelta di licenziarlo. Casi come questi sono purtroppo ancora frequenti e il provvedimento è stato per questo attualmente impugnato dal dipendente. Per quanto riguarda invece gli utilizzi dei permessi 104, va detto che questi interessano anche il settore pubblico, come il Comune e la Provincia, dove in media il rapporto è di un dipendente su 6 che fa ricorso ai permessi retribuiti di assistenza».
Letizia Francesconi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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