È una piazza di volti giovani, di colori e cappelli, di sciarpe e voci che

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Lunedì 9 Dicembre 2019, 05:04
È una piazza di volti giovani, di colori e cappelli, di sciarpe e voci che tagliano il freddo. È una piazza che tenta di scacciare il dolore rinvigorendo la memoria, di testimoniare l'affetto per una famiglia che da un anno vive quella vita che non avrebbe mai voluto scontare. È una piazza in cui, delicatamente bianchi, quasi trasparenti, danzeranno anche gli angeli.
Il cordone d'affetto
Normalmente la piazza centrale di Fano si riempie di gente in occasione di feste, di concerti, di incontri con personaggi particolarmente noti, come avviene in occasione del festival della saggistica, ma ieri, per la prima volta si è riempita per ricordare una giovinetta di 15 anni, Benedetta, che proprio un anno fa è rimasta vittima della tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo ed è stato difficile per molti trattenere l'emozione che hanno suscitato le parole pronunciate nell'occasione da un'amica, dal fratello Francesco, dal sindaco Massimo Seri, la cui voce, pur avvezza a parlare in pubblico, si è incrinata più volte. Volti ancora increduli, occhi lucidi e nodi alla gola per giovani e adulti che stringendosi in quella piazza di dolore hanno cercato di riaccendere la speranza, la speranza che mai più debba accadere nulla del genere, che il sacrificio di benedetti e delle giovani anime salite al cielo in sua compagnia, possa trovare un senso. In piazza c'era anche il vescovo di Fano Armando Trasarti, poi che anche la diocesi nella giornata di sabato ha ricordato le vittime della discoteca, in modo particolare Benedetta, Asia e Mattia.
L'emozione palpabile
Ieri sera una folla, gremita di tanti giovani si è raggruppata sotto l'albero di Natale, consapevole che è proprio nelle giornate di festa che si acuisce il dolore per chi è assente, per chi è lontano o non c'è più e, allora, tutto ciò che intorno brilla, gioisce, si diverte, si oscura; lentamente svanisce e risuona il crudo interrogativo: perché? Ma è un perché senza risposta quello che vuol chiedere ragione alla crudeltà di un destino che ha trasformato una serata di festa in una notte di lutto. Se l'è chiesto anche Francesco pur non naufragando nel dolore, ma aggrappandosi alla speranza, grazie anche alla consolazione di sentirsi in mezzo a tanta gente solidale.
Il coraggio di Francesco
«E' passato un anno ha detto in cui non abbiamo più sentito la voce della nostra Benny. Un anno fa ci siamo trovati improvvisamente di fronte a questo orrore, a un qualcosa di inspiegabile, impensabile e ancora oggi inconcepibile, dal momento che 5 adolescenti e una giovane mamma hanno perso la vita dentro una discoteca». Il fratello di Benedetta poi ha ripercorso i momenti di quella giornata, pieni di aspettativa per la sorellina, felice di andare a divertirsi con le amiche in una serata di festa; poi l'orrore, la disperazione, la solidarietà, un affetto che non si esaurirà mai.
Sono quindi seguiti tanti grazie: alla gente presente, grazie a tutta Fano, alle autorità, agli amici, ma grazie anche a Benedetta che nel corso della sua breve vita ha riempito con il suo sorriso e la sua vivacità tutta quella della famiglia, specialmente di papà Corrado e di mamma Cinzia.
Non vi lasceremo soli
Ai genitori è stato espresso anche il cordoglio del sindaco da genitore anch'egli che ha risposto all'appello dei genitori di Benedetta Non lasciateci soli con l'abbraccio di tutta la città. Di fronte al dolore si sono spente anche le luci di Natale per lasciare il posto a centinaia di fiammelle che amici, cittadini, giovani e adulti, hanno acceso per ricordare Benedetta, così come hanno fatto i suoi amici nel lanciare in aria un gruppo di palloncini bianchi.
Ciao farfalla bianca
Poi la musica della bella canzone di Ultimo ha dissimulato le lacrime: C'è una farfalla bianca che prova a nuotare, ha l'aria di chi sa che il mondo mente, vorrei darle di più di quel che posso dare, farle sentire più di quel che sente
A Senigallia, coetanei e familiari delle altre vittime di Corinaldo hanno vissuto 24 ore dedicate a un orrore che non deve ripetersi.
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