Disobbedienti in piazza e locale aperto per sfida polizia e ira del sindaco

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Martedì 27 Ottobre 2020, 05:04
LA PROTSTA
PESARO Centinaia di persone ieri pomeriggio si sono ritrovate in piazza del Popolo attraverso il tam tam social che il giorno prima era partito dal ristoratore Umberto Carriera: c'erano esercenti, gestori di impianti sportive, partite Iva. Venivano da Pesaro e da tutta la provincia per protestare contro l'ultimo Dpcm del governo che serra tutto alle 18 e chiude palestre, piscine, teatri, cinema. Una manifestazione in una piazza presidiata dalla polizia dove, tra striscioni e arringhe, i disobbedienti erano riusciti anche a farsi ascoltare dal prefetto Vittorio Lapolla. E anche il sindaco Matteo Ricci aveva usato parole di apertura: «Una pizza che manifesta pacificamente va ascoltata». Ma poi qualcuno ha voluto strafare, ha voluto sfidare legge e buonsenso capovolgendo in pochi minuti quanto era riuscito a raccogliere solo un'ora prima. Non tanto i manifestanti (almeno non tutti), ma l'organizzatore Carriera che, ribadendo più volte al megafono che lui quella sera avrebbe tenuto aperto, ha invitato chi voleva esserci nel suo locale, La Macelleria, nel cuore del centro storico. Chi accettava sarebbe stato suo ospite: pizza e birra per tutti. Ha raccolto 90 persone e poco dopo alle 20 è iniziata la cena. E' finita come doveva finire: l'arrivo delle forze dell'ordine, la rabbia del sindaco Matteo Ricci che ha chiesto al prefetto di applicare una sanzione esemplare, la chiusura del locale. La polizia ha fatto irruzione intorno alle 20.30. All'arrivo delle forze dell'ordine nel ristorante - c'erano anche carabinieri e polizia locale allertati - il titolare ha cercato di impedire l'accesso agli agenti, che sono poi entrati da una porta laterale, mentre la gente ha continuato a mangiare pizza, urlando e brindando: «Unitevi a noi».«Potete arrestarmi - ha gridato- ma io non chiuderò mai». L'irruzione è stata seguita in diretta social successivamente il ristorante è stato chiuso d'autorità.
Misure severe
«Il ristorante - ha poi postato il sindaco Matteo Ricci sulla sua pagina social - è stato chiuso per diversi giorni e sono in valutazione del questore e del prefetto penalità pesanti. Ringrazio le forze dell'ordine e la polizia locale per l'intervento immediato e intelligente. Dobbiamo sconfiggere il virus e la crisi economica con equilibro. È legittimo protestare e alzare la voce, ma sono inaccettabili pagliacciate pericolose contro la legge. Da subito incontreremo le delegazioni serie delle varie categorie che oggi hanno manifestato in piazza». «Quello che è accaduto - ha proseguito il sindaco - è gravissimo. Un conto è manifestare legittimamente e pacificamente e un'altra è fare queste pagliacciate pericolose contro la legge. A Pesaro la legge si rispetta sempre, a maggior ragione durante una pandemia. Tra altro con questa iniziativa infelice si rischia di rovinare la manifestazione di tante persone che hanno espresso in piazza il proprio disagio e la propria paura per il futuro». E dire che quando i promotori della protesta sono arrivati in piazza del Popolo, tra striscioni, urla e fischietti, erano accompagnati da applausi delle persone che avevano lasciato un corridoio libero per farli passare. Si erano radunati tutti sotto Palazzo Ducale, alcune centinaia di manifestanti. Nessun disordine, solidarietà verso le forze dell'ordine, «che sono al nostro fianco», e tanta rabbia nelle loro parole, per le chiusure disposte dal Dpcm del Governo Conte. Lo stato uccide più del Covid, palestre aperte, e ancora: Abbiamo rispettato le regole, fateci lavorare, erano i cartelli che veinivano mostrati davanti alla prefettura, accompagnati dalle voci al megafono: Libertà, libertà, Lavorare è un diritto. «A marzo hanno fatto il lockdown era giusto, c'era la pandemia - aveva detto Carriera - ma sapevamo come affrontarla, tutti dentro casa. Ora non c'è il lockdown, ma queste chiusure sono una presa in giro. I locali hanno speso soldi per mettere tutto in sicurezza, hanno speso migliaia di euro. E tutto questo non è giusto». La piazza alle sue spalle applaudiva e gridava: Tenete tuto aperto, Basta tasse, E' il momento di dire basta. Ad un certo punto i manifestanti hanno cantato l'Inno di Mameli, mentre Carriera e altri due promotori, sono entrati a Palazzo Ducale, per un colloquio con il prefetto. All'uscita il ristoratore aveva riferito che «il prefetto ha ascoltato le nostre ragioni, ma parliamo sempre di promesse. Noi purtroppo non ci crediamo più. Ha detto che porterà la nostra voce a Conte, io non ci credo, siamo stanchi, le promesse non esistono. Ci sono centinaia di migliaia di persone in Italia che non riusciranno più a portare il cibo a tavola. Questa sera il mio ristorante sarà aperto, devono venire a prendermi e ad arrestarmi». Sappiamo come è andata.
Thomas Delbianco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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