Del tempio dell'ingrosso restano i magazzini sfitti

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Giovedì 5 Dicembre 2019, 05:04
IL CASO
PESARO Il centro commerciale e di servizi di via Degli Abeti a Torraccia ha visto sorgere le prime strutture intorno agli anni '80. Il maggior artefice dell'operazione è stato il costruttore Bertozzini fino a Mulazzani G&G, che nel 2007 ha aggiunto un altro tassello con nuove strutture ad uso commerciale. Fino qui gli anni d'oro, ma oggi quello che era il comparto dedicato al commerciale si è notevolmente ridimensionato. Lungo via degli Abeti e zone limitrofe tra capannoni, depositi, magazzini vuoti o sfitti, è evidente la moria di negozi o locali all'ingrosso specializzati nelle merceologie più disparate: abbigliamento, pelletteria, calzature, articoli per la casa.
Motivi duplici
«Duplici i motivi della perdita di appetibilità di questa zona» commenta il professionista Nicola Arnetoli, ingegnere che ha visto negli anni la nascita e l'evoluzione del comparto. «Da un lato - specifica - il declino dell'edilizia degli ultimi 8-10 anni, ma più di recente è iniziata anche la crisi dell'intero polo commerciale. Basta fare un giro nella zona, prima di arrivare all'area residenziale ancora da completare, per vedere che sono numerose le attività dismesse. Due anni fa ha chiuso anche lo storico magazzino di Giorgio Franca per la rivendita dei sanitari. Tutto il comparto è abbandonato a sé stesso». «Di un tessuto economico fatto di 25 operatori all'ingrosso ne siamo rimasti poco meno di una decina, forse sei o sette attività racconta Michele Gallizzioli, titolare dell'ingrosso di biancheria e oggettistica per la casa - Negli ultimi tempi il comparto si è ridotto circa di un terzo, rispetto ai numeri di alcuni anni fa. La nostra rivendita lavora con negozi e fornitori di Pesaro, Rimini e poi Ancona e Perugia ma almeno per il Pesarese il calo di clientela e di ordini è ormai consolidato».
Al passo con i tempi
Prosegue: «Più in generale credo che il 2019 si chiuderà con un calo intorno al 5 per cento per il settore all'ingrosso di articoli per la casa. Cosa si può fare? La mia rivendita sta cercando di mettersi al passo con i tempi utilizzano web e social. La trasformazione del comparto di via Degli Abeti di certo non ci aiuta anche perché si vedono magazzini che vendono di tutto e di fatto non esiste più un'area unica vocata e dedicata all'ingrosso di qualità e artigianale». Va anche detto che il polo di via Degli Abeti è privato e l'Amministrazione comunali non avrebbe molti margini di manovra ma un aiuto concreto agli assessorati competenti, i grossisti lo chiedono. «Magari dal Comune prosegue Gallizzioli - ci aspettiamo solo più attenzione sulla tassazione locale e i costi vivi, in particolare la percentuale di Imu sui capannoni industriali e la tassa sui rifiuti. Basti pensare che una struttura media all'ingrosso di 1300 metri quadri paga fino 2 mila 800 3 mila euro di Tari».
La concorrenza
«Quello che era nato anni fa come il polo del commercio all'ingrosso e al dettaglio oggi non c'è più rimarca anche Pietro di Pietro, titolare dell'outlet di intimo e biancheria - Non solo ci si scontra con le catene di intimo presenti un po' dappertutto, ma anche l'ingrosso per questo settore, che fa capo ai negozi più piccoli e monomarca, è in netto calo. Dagli ultimi 4-5 anni ad oggi si è perso circa il 30 per cento. Vicino al mio magazzino hanno chiuso nomi storici dell'ingrosso pesarese come la pelletteria Merlanti dove c'è ancora il cartello affittasi o il magazzino Pagliai per l'abbigliamento. Più in generale invece spostandoci da via degli Abeti e guardando alle spalle dell'Iper Conad e la Vitrifrigo Arena, tutto l'ingrosso ha subito un declino. Prima c'era una piazzetta forte di mercato all'ingrosso ogni martedì su via Gagarin, una ventina di ambulanti, che poi si approvvigionavano anche al nostro magazzino o in quelli vicini della via. Oggi anche questo ricambio non c'è più e saranno rimasti tre o quattro ambulanti mentre il mercato all'ingrosso funziona ancora bene a Rimini e Riccione».
Una stesa di cartelli
Continuando il giro anche il marchio locale Nila&Nila che ha outlet su via Degli Abeti si è ridimensionato a due punti di rivendita. Anche Ercole, titolare della maglieria Eredi Mussoni, ne risente. «Quello che era il progetto di allora osserva non trova oggi mercato almeno per la maglieria artigianal . Anche il centro non richiama investimenti nel settore. Il magazzino da decenni è di nostra proprietà, ma nonostante questo si lavora a fatica». Infine c'è il giovane Omar Morotti, imprenditore tessile e creatore di articoli moda di qualità e al passo con i tempi. «La nostra dimensione è più vocata all'estero ma di certo c'è sempre meno clientela che arriva nella zona di via degli Abeti. Per tanti soprattutto del settore abbigliamento, il problema è stato la chiusura del mercato russo, eppure da tre anni quando sono entrato nel comparto, la situazione era già in declino e oggi continua ad esserlo. Di russi poi interessati a brand locali, vuoi anche per collegamenti mancanti con l'aeroporto di Rimini, non ne ho proprio visti».
Letizia Francesconi
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