Cocaina a fiumi e pure low cost arrestato il pusher d'alto bordo

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Domenica 17 Novembre 2019, 05:04
L'OPERAZIONE
PESARO Certo, sulla carta viveva nella casa della sorella e non aveva dunque problemi di alloggio. Però due auto e tre cellulari di ultima generazione, una vita tra locali e slot machine per uno che, arrivato in Italia nel maggio del 2018, non ha mai effettuato un solo giorno di lavoro, qualche perplessità la destava. Lui, un albanese di 34 anni, venerdì si è visto stroncare la carriera di trafficante di droga dagli agenti della Polizia di Stato che da qualche tempo erano sulle sue tracce, seguendo un filone d'indagine che ipotizza la presenza, nel nostro territorio, di una vastissima rete di spaccio gestita da albanesi.
Il blitz
Venerdì pomeriggio, quando i motori dello spaccio e della movida psichedelica accelerano, gli agenti della Questura di Pesaro e del Commissariato di Urbino si sono presentati davanti alla reale abitazione del 34enne: un appartamento a Montecchio, molto defilato e del tutto anonimo. Postazione ideale per osservare l'albanese arrivare a bordo di una delle sue vetture, salire in casa per poi uscirne poco dopo e con una certa fretta. In quel momento è scattata la trappola e T. M. si è visto circondato dalla polizia. Nelle tasche dei pantaloni nascondeva 40 grammi di cocaina, già divisa in cinque involucri mentre un sesto incarto con altri 2 grammi di polvere bianca era nascosto nel cappuccio del giubbotto. Per capire quale fosse, all'interno del palazzo, l'abitazione dell'albanese che aveva assunto un atteggiamento davvero poco collaborativo, gli agenti hanno dovuto utilizzare il mazzo di chiavi del trafficante tentando, porta per porta, di trovare la serratura che combaciasse. Pazienza certosina subito ripagata: individuato l'appartamento e perquisito, sono stati trovati altri 450 grammi di cocaina, suddivisi in dosi tra le quali un involucro da 200 grammi, tre cellulari e un bilancino elettronico di precisione. Sicuramente nascosti altrove i proventi dello spaccio poiché nell'abitazione non è stata rinvenuta una sola banconota.
Che la movimentazione di droga gestita dall'albanese avesse le caratteristiche di un vero traffico dovuto alla quantità di stupefacente che era in grado di piazzare (sicuramente a pusher di minore caratura e non al dettaglio) è risultato evidente anche dallo squillare ininterrotto dei tre cellulari durante le perquisizioni e l'arresto dell'albanese, i cui clienti evidentemente sono molto numerosi. Tanto che, ancora ieri mattina, i tre smartphone custoditi in Questura continuavano a squillare.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti T. M. acquistava un chilo di cocaina alla volta e ne vendeva solo dosi per multipli di 5 e dunque senza mai scendere al di sotto dei 15 grammi. Il che gli permetteva di effettuare anche prezzi scontati tanto da innervosire la concorrenza. La droga sequestrata non è purissima, presenta un taglio del 60/70% e si calcola che, il chilo acquistato, possa essere stato pagato all'incirca quarantamila euro. In tali condizioni il guadagno del pusher supera il 100% e dunque lo stupefacente sottratto venerdì al mercato clandestino avrebbe fruttato almeno 40mila euro.
L'albanese è regolare sul territorio quanto arrivato in Italia per ricongiungimento familiare con la sorella. ma per legge avrebbe dovuto vivere con lei sotto lo stesso tetto.
Silvia Sinibaldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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