«Chiudere Pesaro Studi una follia: riattiveremo l'università e l'indotto»

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Martedì 16 Aprile 2019, 05:04
IL PROGETTO
PESARO Una storia iniziata nel 1997 con il Comune in prima linea assieme a un pool di imprese del territorio e altre istituzioni. Poi Pesaro Studi ha chiuso i battenti nel 2016. Ma l'obiettivo del Movimento 5 Stelle è riaprire il polo universitario a Pesaro. Ieri in conferenza stampa la candidata sindaco Francesca Frenquellucci e i candidati al consiglio Mauro Rossi e Alberto Giardini hanno illustrato i punti del programma dedicato alla cultura. «Quando abbiamo visto il sindaco Matteo Ricci portare gli studenti a Urbino con Bla Bla Sindaco ha spiegato Rossi ci è sembrata una contraddizione. È stato il sindaco a voler chiudere Pesaro Studi. Si è parlato di 400mila euro l'anno per sostenere l'affitto. Ma non si è mai parlato di indotto. Era un progetto da coltivare perché dove c'è cultura, la città cresce da un punto di vista anche economico». Al momento della chiusura alcune istituzioni che la sostenevano hanno chiuso i rubinetti e il comune si era ritrovato solo a sostenere i costi di gestione. Ricci disse che il periodo del decentramento era finito e così si chiuse. Rossi ha aggiunto: «Abbiamo visionato uno studio dell'Università di Cuneo che conta 2200 iscritti. L'indotto totale è di 43 milioni di euro l'anno. A Pesaro gli iscritti tra infermieristica, marketing, lingue orientali erano 1300, quindi è stata una follia chiuderla. L'obiettivo è parlare con le imprese del territorio e le Università di Urbino e Ancona per riportare dei corsi qua, delle materie che possono formare specificità utili al territorio. Presenteremo i dati di questo studio mercoledì in Baia Flaminia alle 21 e questa relazione finirà in commissione parlamentare. Facciamo sul serio». Non è tutto. «Secondo uno studio ha aggiunto Giardini ogni studente spende in media 9mila euro l'anno. Moltiplicato per 1300 studenti che erano iscritti avevamo già oltre 10 milioni di euro di indotto». La candidata a sindaco Frenquellucci ha sottolineato: «I corsi facevano girare l'economia del territorio: affitti, mense, ristoranti, bar e quant'altro. L'attuale amministrazione ha voluto far morire un pezzo di cultura e di economia della città. Noi ci batteremo per farla tornare». Anche all'epoca della chiusura, gli studenti, in un paio di giorni, avevano raccolto ricevute e scontrini per 90mila euro, a dimostrazione dell'indotto creato dal polo. Tra gli altri temi quello della biblioteca San Giovanni. «Con l'appalto al ribasso, il Comune ha dimostrato quanto ci tenga alla cultura. Meno soldi, significano meno ore per il personale e meno servizi. Altro tema, la Fondazione Pescheria. Mancano un curatore e un direttore artistico. Tempo fa portavi artisti internazionali, oggi è in smobilitazione».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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