Allarme delle aziende: «Per i tamponi ora c'è il rischio intasamento»

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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 05:06
L'ORGANIZZAZIONE
PESARO Obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro dal 15 ottobre, in provincia di Pesaro ci sono tra i 12 e i 15mila lavoratori non vaccinati. La preoccupazione per Confindustria e sindacati è la mole di tamponi da processare e dunque un sistema che potrebbe non reggere. Tanto che il prefetto ha convocato i vertici sanitari provinciali e regionali della sanità e del lavoro per arrivare a una soluzione. Ieri mattina c'è stata sulla questione una riunione tra le parti sociali in Prefettura e tra i temi è emerso quello delle possibili assenze forzate dal lavoro. Non solo per lo zoccolo duro dei no vax. Ma anche e soprattutto per chi potrebbe non riuscire a prenotare un tampone.
Papalini: «Strutture non sufficienti»
Il presidente Confindustria Pesaro Mauro Papalini evidenzia alcuni nodi: «In provincia di Pesaro abbiamo tra i 12-15mila lavoratori senza Green pass. Questo crea una forte preoccupazione per venerdì 15 perché non sappiamo chi si presenterà col tampone e chi senza. Quello che stiamo cercando di fare è organizzarci con Asur e forze sindacali per cercare di garantire un servizio con farmacie e laboratori. Secondo noi le strutture attuali non sono sufficienti per l'enorme domanda di tamponi che ci sarà, dunque si rischia l'intasamento con possibili conseguenze sulla presenza al lavoro. Speriamo che più persone possibili si convincano a vaccinarsi e che ci siano meno personalismi».
Se i lavoratori sono 15mila, spalmati per tre volte alla settimana, il problema potrebbe essere molto serio. Tanto che è previsto per oggi un confronto tra Prefettura, Confindustria, sindacati, assessori regionali alla sanità e lavoro Saltamartini e Aguzzi.
Aspes rassicura: «Siamo pronti»
Luca Pieri, presidente Aspes Farmacie smorza i toni: «Siamo pronti a reggere l'onda d'urto, ma serve un coordinamento con i dipendenti per prenotare i test. Non si potrà pensare solo al lunedì mattina, mercoledì e venerdì, bisognerà avere una scaletta per non intasare il sistema. Comunque abbiamo ampliato orari e laboratori».
Il secondo nodo riguarda i prezzi e tempi, come spiega Papalini. «Stiamo cercando di confrontarci con Aspes per avere dei canoni calmierati dei tamponi in abbonamento». Oggi il costo del tampone rapido antigenico è di 15 euro e Pieri conferma che «si sta ragionando su forme di abbonamento per eventuali sconti». Papalini insiste però sul focus: «Il nodo però non è il risparmio, ma l'intasamento che si creerà continua Papalini . Non abbiamo riscontri sulle possibili assenze al momento, ma nell'industria non pensiamo ci possano essere ripercussioni sulla produttività». Ultimo dato, i controlli: «Saranno a campione per le fabbriche più numerose. Chi ha invece ingressi unici si può strutturare con controlli capillari, nei cantieri sarà invece diverso. La data si avvicina, solo venerdì sapremo in quanti resteranno a casa».
Piccole imprese preoccupate
Tutt'altro discorso per le aziende artigiane, meno strutturate e con pochi dipendenti, come sottolinea il segretario Cna Moreno Bordoni. «C'è una sana preoccupazione sottolinea non sappiamo quanti lavoratori non si potranno presentare al lavoro perché senza tampone, ma da quello che abbiamo raccolto sembra che non vedremo situazioni particolarmente negative sui no Green pass. È chiaro che per un'azienda di 5 dipendenti anche una sola assenza potrebbe rappresentare un problema, soprattutto in un momento di ripresa come questo in cui soprattutto in edilizia e nell'indotto ci sono tante commesse e tanti cantieri. Abbiamo informato i datori di lavoro sui controlli e su come mantenere in regola la parte aziendale. Quanto ai tamponi stiamo sviluppando una convenzione con le farmacie comunali per una scontistica a pacchetto a spese dei dipendenti».
La sostituzione del personale
Alessandro Ligurgo, segretario Confesercenti, ragiona su due possibili scenari: «Nei piccoli negozi a conduzione familiare non dovrebbero esserci problemi. Se i lavoratori non si presenteranno potrebbero esserci dei doppi turni da parte del titolare, ma non riscontriamo particolari casi. Quello che invece abbiamo sentito soprattutto nel comparto della ristorazione e hotel riguarda la necessità di sostituire il personale che non avrà il Green pass con contratti di somministrazione o temporanei». Il direttore Confcommercio Amerigo Varotti a tal proposito sottolinea: «Queste disposizioni avranno conseguenze sulla vita e sopravvivenza delle aziende. Perché non è possibile sostituire il personale che dobbiamo lasciare a casa in breve tempo per la personale scelta di non vaccinarsi. Ci saranno problemi».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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