Un guanto elettronico per comunicare Il progetto Unicam diventa una realtà

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Giovedì 15 Aprile 2021, 13:53
LA RICERCA
CAMERINO Un guanto elettronico, ipertecnologico e innovativo, che diventa uno strumento di comunicazione per chi ha difficoltà o ha subito delle menomazioni dal punto di vista del linguaggio e dell'espressività. È questo il progetto al quale partecipa Jesilab, la società di Kos Care che gestisce il centro Myolab di Jesi, insieme alla società capofila Limix, spin-off scientifico dell'Università di Camerino, e Acme Lab di Ascoli Piceno. Nei giorni scorsi il progetto è entrato nell'importante fase della sperimentazione sul campo e con i pazienti, aprendo così la strada che dovrebbe portare alla sua applicazione pratica.
Le applicazioni
L'idea progettuale, il cui sviluppo è reso possibile dal cofinanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale, è denominata E-Glove e consiste nella realizzazione di un nuovo dispositivo di comunicazione per persone la cui capacità comunicativa risulta menomata. Un dispositivo di comunicazione aumentativa alternativa che aiuti la comunicazione nelle persone colpiti da ictus ed emiplegici che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, in particolar modo la forma orale.
La sperimentazione
Nello specifico, in questa fase il prototipo di guanto elettronico si sta sperimentando anche con giovani e giovanissimi con disturbi dello spettro autistico. E, dalle prime risultanze, è apparso evidente come l'E-Glove abbia tutte le carte in regola per poter diventare uno strumento in grado di integrare e completare le attività di riabilitazione. L'E-Glove si presenta come un guanto indossabile ed è capace di tradurre i gesti delle mani in parole o frasi in tempo reale.
Le sinergie
Un progetto globale che coinvolge un team multiprofessionale con fisiatri, fisioterapisti, logopedisti, bioingegneri, informatici, matematici e statistici, una tecnologia nata nei laboratori dell'Università di Camerino grazie ad un'idea dello spin-off Limix che ha progettato e sviluppato il guanto che permetteva, in origine, la traduzione del linguaggio dei segni. L'impegno dei ricercatori dello spin-off Limix, coordinati dai docenti Unicam, ha permesso una continua evoluzione del prototipo fino all'utilizzo in ambiti sanitari e della riabilitazione.
Veronica Bucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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