Soprintendenza, veleni dopo il flop ufficio decentrato come contentino

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Venerdì 17 Gennaio 2020, 05:04
LA SCONFITTA
MACERATA La sede della Soprintendenza Marche Sud marcia, A14 permettendo, verso Ascoli mentre a Macerata restano i veleni della politica di paese e il malcontento della popolazione. E ora la vicenda spacca i partiti anche al loro interno. Che la città, politicamente parlando, contasse meno di zero era chiaro da tempo e se ne era avuta percezione anche di massa con la chiusura dieci anni fa circa della sede di Bankitalia, decisione contro la quale nessuno aveva speso mezza parola.
La decisione
Bene, ora il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini sceglie Ascoli per la sezione Marche Sud della Soprintendenza, lo fa sulla base di motivazioni dichiarate come i motivi logistici che sono risibili e probabilmente sulla base di motivazioni non dichiarate ma reali come il gioco di squadra fatto da Ascoli e l'aver subito messo a disposizione una sede di rilievo, tutte cose che Macerata non ha fatto. E intanto ieri pomeriggio il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha assicurato che sia la sua città che Macerata «avranno un ufficio decentrato della nuova Soprintendenza». Lo stesso primo cittadino fermano ha avuto un incontro al Mibact. Quello ottenuto, per Macerata, sarebbe comunque un contentino. «Siamo la città delle chiacchiere e delle occasioni perse», tuona l'architetto Silvano Iommi, storico ex presidente dell'Ordine ed ex assessore all'urbanistica. Il sindaco accusa il ministro e dice che non avrebbe risposto dieci giorni fa a una sua richiesta di incontro: bene ma il sindaco, oltre alle parole, dovrebbe anche dire quali atti ha prodotto sulla questione: se c'erano una lettera formale, una disponibilità a dare una sede.
La comunicazione
Ad Ascoli - come ieri ha fatto sapere l'interessata per il tramite dell'ufficio stampa della Regione la vicepresidente regionale Anna Casini ha subito rimarcato che lei con Franceschini ci aveva parlato e subito. Ad Ascoli si erano mossi il Comune con la sua amministrazione di destra-centro, la Regione con la Casini, il Pd che è all'opposizione e le associazioni di categoria. A Macerata invece siamo sempre alle baruffe online: il Comune non ha dato concreti segni di vita, il presidente della Provincia Antonio Pettinari ha inviato una richiesta di incontro a Franceschini due ore prima che la decisione pro Ascoli venisse ufficializzata. Anche il centrodestra, che ora grida all'ennesimo insuccesso della giunta Carancini, non ha fatto un bel nulla come avrebbe dovuto fare visto che in ballo ci sono gli interessi della città: in Consiglio tutti assenti persino al momento di votare un semplice ordine del giorno proposto dal capogruppo dem Maurizio Del Gobbo per perorare la causa del Ministero. Ora qualcuno dell'opposizione, addirittura, dice di aver votato a favore ma deve aver partecipato alla seduta di Ascoli. Non pervenuti i parlamentari locali che evidentemente, e per motivi diversi, non avevano (e non hanno) nulla da dire sull'argomento.
L'amarezza
Rammarico arriva dal presidente dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, l'avvocato Vando Scheggia: «L'aspirazione dell'amministrazione era legittima ed anche noi come Accademia di Belle Arti l'avevamo condivisa. Sicuramente avrebbe rappresentato un ulteriore polmone in grado di dare respiro culturale, sociale ed economico alla città. Quella della Soprintendenza sarebbe stata una presenza in osmosi con le attività svolte dalla nostra Accademia di Belle Arti, dall'Università degli Studi di Macerata e dall'amministrazione comunale». L'assessore comunale dem, e candidato alle primarie, Narciso Ricotta: «Si è deciso di aprire una sede per agevolare il Sud delle Marche ma in questo modo Macerata e Fermo vengono invece danneggiate. È molto più complicato, dal punto di vista viario, arrivare ad Ascoli che ad Ancona sia per noi che per Fermo».
La puntualizzazione
Altro assessore, anche lei candidata alle primarie, è Stefania Monteverde: «Il Ministero non comprende che siamo in un territorio che ha avuto 44 comuni su 55 terremotati dove la questione della tutela delle opere d'arte è fondamentale». Riccardo Sacchi, coordinatore provinciale di Forza Italia: «Altra perla del Pd dopo Bankitalia, aeronautica, zooprofilattico, capitale della cultura. Il Pd non è stato capace di valorizzare la parentela politica con il ministro Franceschini. Il tutto nel silenzio di Carancini e Ricotta. Qualcosa non torna». Ultimo, ma non ultimo, il presidente della Provincia Antonio Pettinari: «Disappunto e rabbia per la scelta fatta dal governo: beffato il nostro territorio. Cosa faranno ora i presunti rappresentanti del territorio?».
Luca Patrassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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