RIBADITO L'IMPEGNO PER SCONGIURARE GLI ASSEMBRAMENTI

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Venerdì 26 Febbraio 2021, 05:04
LO SFOGO
MACERATA Dal giallo verso l'arancione. I ristoratori della provincia di nuovo alle prese con il balletto dei colori e con tutte le incognite per la categoria che da esso derivano. L'incertezza torna a spaventare gli addetti ai lavori nel mondo della ristorazione che, ora, temono pure di perdere le festività pasquali, solitamente uno dei banchi di prova più importanti dell'anno per chi lavora con il turismo mordi e fuggi che è tipico del maceratese, dalla costa all'entroterra.
La situazione
Dopo una momentanea parvenza di quasi normalità, c'è il rischio di tornare nel limbo. E in molti, questa volta, hanno deciso: in arancione meglio non aprire neppure le cucine del proprio ristorante, meglio prendersi una pausa forzata. È questo l'umore tra molti ristoratori della provincia. «In giallo si lavora, si riesce bene anche a tamponare quelle che sono le spese ha detto Aldo Zeppilli, titolare del bar Centrale e del Centrale.eat, in piazza della Libertà, nel cuore di Macerata . Stiamo cercando di stare sempre molto attenti al discorso del distanziamento e ad evitare assembramenti. Ma ora, anche complici queste belle giornate, in giallo si lavora. Completamente diverso è il discorso in fascia arancione. È tutto un altro tipo di lavoro. Con l'arancione si ricomincerebbe con i soliti problemi, la riorganizzazione ed anche il discorso puramente economico. Cosa compriamo? Quanto compriamo? Cosa possiamo fare e cosa non possiamo fare nel fine settimana? Spero che il metodo di comunicare con zero anticipo certe decisioni cambi. È impensabile lavorare così. In più, la Pasqua in arancione sarebbe mortale per la nostra categoria. Sarebbe un dramma, anche per tutto l'indotto, come anche per i negozi. Il periodo delle festività pasquali è importante per una regione come le Marche. Una Pasqua in giallo andrebbe bene, come pure in quel periodo sarebbero auspicabili gli spostamenti tra le regioni». Ha deciso di prendersi una pausa, se si tornerà in arancione, Luisa Baiocco, proprietaria del ristorante Lulù, sul lungomare Piermanni di Civitanova. «Ancora, sinceramente, non sappiamo come organizzarci. Se torneremo in zona arancione chiudiamo, ci prendiamo una vacanza, non ha senso più neppure fare l'asporto», ha detto.
La posizione
«Del resto - prosegue Baiocco -, anche se non ci siamo mai fermati, stiamo accusando il colpo. Organizzarsi in questo modo è impossibile, andiamo avanti giorno per giorno. E in queste condizioni per Pasqua e per i giorni di festa ci organizzeremo con l'asporto, per quello che può valere. Staremo a vedere. Anche l'anno scorso la Pasqua è saltata, speriamo non sia così anche quest'anno». «Con il giallo la situazione è migliorata, lavorando a pranzo il sabato e la domenica è possibile tamponare le spese della settimana ha detto Fabio Domizi, titolare del noto ristorante Pippo e Gabriella di Sant'Angelo in Pontano . Gli altri giorni della settimana sono piuttosto calmi e dispiace nel weekend dire no e rinunciare a tante prenotazioni. Ma almeno con il sabato e con la domenica qualcosa si recupera, anche se con le limitazioni e le norme relative al distanziamo siamo pieni al 40% della capienza del ristorante».
I problemi
«Con l'arancione, invece, abbiamo deciso di restare chiusi del tutto - conclude Domizi -. Per noi, che stiamo nell'entroterra, non ha senso restare aperti. La richiesta di asporto è minima e gli incassi non sono sufficienti a coprire le spese. Quindi, in arancione, saremo chiusi. Nel male, almeno questa volta dovrebbero lasciarci il fine settimana e le nuove misure partirebbero da lunedì».
Chiara Marinelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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