RESPARAMBIA: «IL TAPPO DELLA BUROCRAZIA RALLENTA LA PARTENZA DEI LAVORI»

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Lunedì 22 Febbraio 2021, 05:05
L'ECONOMIA
MACERATA Edilizia, ripresa in atto ma con ostacoli da superare. Il Superbonus 110% che va ad affiancarsi ai già noti sismabonus, ecobonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni edilizie, bonus verde e bonus mobili promette bene: le richieste dei privati arrivano, le imprese si stanno attrezzando per rispondere alla richiesta ma nel percorso non mancano problematiche come quelle legate al tortuoso percorso burocratico che hanno le pratiche, la difficoltà ad ampliare le imprese per mancanza di manodopera specializzata e non ed infine l'aumento vertiginoso delle materie prime, dovute all'aumentata richiesta che porta talvolta a speculazioni sui prezzi.
Le richieste
«Sono circa 250 le richieste dei privati che sono giunte ai nostri uffici esordisce Pacifico Berrè, responsabile edilizia di Confartigianato Macerata- c'è fermento le persone sono molto attratte dalla possibilità di sfruttare il Superbonus 110% che consente di sistemare la propria abitazione praticamente a costo zero o con esborsi aggiuntivi minimi. Attraverso il portale che abbiamo lanciato riceviamo tantissime richieste di informazione dai cittadini. I problemi principali sono le informazioni su quello che si può o non si può fare: poi c'è da scegliere il tecnico cui far seguire la pratica ed in questo caso noi diamo la possibilità di effettuare questa scelta. La prima difficoltà che si incontra nella pratica è lo studio di fattibilità, cioè se la casa è a norma o ci sono abusi da sanare. Il passo successivo è quello fiscale, cioè come si detrae o si cede il credito. In questo caso c'è la necessità del prestito ponte che l'impresa che farà il lavoro deve poter avere dalla banca per acquistare le materie prime in attesa che l'istruttoria della cessione del credito segua il suo corso ed arrivi all'istituto di credito».
La sezione
Molto attiva anche Ance, la sezione edili di Confindustria Macerata, che vede nella possibilità di mettere assieme il Superbonus 110% e il Sismabonus un'occasione irripetibile da sfruttare per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 2016. «Mentre in campo nazionale l'edilizia stenta a ripartire da noi la situazione è molto diversa - afferma Carlo Resparambia, presidente provinciale Ance- perché si può mettere assieme il finanziamento sisma e il Superbonus arrivando così al 165% di contributi nella ricostruzione. Ci siamo strutturati come Ance per dare un servizio sia ai cittadini interessati che alle imprese: le richieste sono moltissime, per lo più legate alla doppia opzione che somma contributo del terremoto a Superbonus 110%. Ci siamo attivati col sistema bancario per individuare percorsi preferenziali per la cessione del credito da parte di aziende che a loro volta lo ricevono dal cliente. Siamo legati ai tecnici ed a un iter burocratico comunque non velocissimo nell'istruttoria e soprattutto a problemi legati a garanzie e controgaranzie che vengono richieste a privati ed imprese le cui norme non sono ancora ben delineate. La burocratizzazione del percorso certamente rallenta le pratiche e di conseguenza la partenza dei lavori. L'altra cosa che ci lascia perplessi è la durata dello strumento, che termina a giugno 2022. Riteniamo che debba essere allungata questa tempistica».
I costi
C'è poi la problematica legata all'aumento delle materie prime delle costruzioni e la difficoltà a trovare manodopera da parte di piccole imprese che vogliono ampliare i propri organici. «Appena aperta la misura di agevolazione previste nel Superbonus 110%, le materie prime legate all'edilizia hanno registrato aumenti indiscriminati e inaccettabili. Negli uffici della Cna afferma Ndricim Popa, referente per il settore edile- giungono continuamente le proteste delle imprese e abbiamo potuto verificare aumenti anomali in tutte le materie prime. Gli aumenti partono da un 15% in più e possono arrivare anche fino al 70%. Sulla questione Suerbonus 110% individuo due problemi: il primo è la tempistica in cui si deve realizzare la ristrutturazione, un anno dalla firma del contratto, che non consente a piccole aziende di prendere tanti lavori assieme. La seconda è quella dell'impossibilità di reperire manodopera».
Mauro Giustozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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