Nuova sede e 25 anni di storia Festa per Macerata Soccorso

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Lunedì 24 Settembre 2018, 05:04
L'IMPEGNO
MACERATA Filosofia o meno, in Italia c'è chi si interroga su come la questione civile possa essere rianimata. Basta un treno per le Marche, con fermata alla piccola stazione di Urbisaglia-Sforzacosta, per avere dai volontari di Macerata Soccorso una risposta concreta e immediata. Venticinque anni passati senza starsene con le mani in mano sono stati ripercorsi ieri nella cerimonia promossa sotto il vessillo della Protezione civile. L'8 luglio 1993, un anno dopo la legge che ne ha istituito il Dipartimento nazionale guidato oggi da Angelo Borrelli, Macerata Soccorso ha iniziato a dare corpo a una realtà che appare imprescindibile.
La carica dei mille
Nel giorno in cui si è celebrato san Pio da Pietrelcina, patrono, non a caso, del corpo, il gruppo maceratese radunato dal presidente Adriano Salvucci ha percorso le vie di Sforzacosta accompagnato dalla fanfara degli Alpini di Acquasanta Terme. A serrare le fila il ricordo condiviso del terremoto. Sono oltre mille i volontari che si sono avvicendati nel corso di questi 25 anni. Duecento quelli attualmente iscritti, 40 dei quali operativi sul campo.
Tante le operazioni
L'elenco delle operazioni è paragonabile a un bollettino di guerra: i terremoti di Umbria e Marche (1997), Molise (2002), Pakistan (2005), L'Aquila (2009), Emilia Romagna (2012) e di Casola in Lunigiana (2013). Fino alle scosse di agosto e ottobre 2016, ancora una volta sui Sibillini, con la gestione del campo di Castelsantangelo sul Nera, la presenza nei centri destinati agli sfollati, la raccolta e la distribuzione dei beni di prima necessità e il recupero dei beni culturali. Per non contare le operazioni di soccorso effettuate per l'emergenza neve o nelle alluvioni. L'impegno non è mancato neanche negli appuntamenti religiosi, dal funerale di Giovanni Paolo II (2005), al supporto annuale fornito ai pellegrini della Macerata-Loreto e per le giornate della gioventù. Senza dimenticare l'assistenza negli incendi che hanno colpito gli impianti del Cosmari e della Orim.
Nei pressi della sede riaperta dopo i danni subiti nell'ultimo sisma, il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha ribadito come il termine civile «riunisca e impegni tutti». Vicino alla statua di san Pio ha poi pregato e benedetto la lapide posta a memoria degli operatori caduti in servizio. Tanti cittadini e le autorità presenti, dall'assessore Alferio Canesin (con il consigliere di maggioranza Marco Menchi e, per l'opposizione, Roberto Cherubini e, in divisa d'alpino, Andrea Boccia) al sindaco di Pollenza Luigi Monti, l'assessore regionale alla Protezione Civile Angelo Sciapichetti e il deputato Tullio Patassini.
Il messaggio del sindaco Monti
«Questo è un momento di unità necessario», ha aggiunto poi Monti. Sciapichetti ha affermato come il 10 dicembre «la Giornata delle Marche sarà dedicata proprio ai volontari della Protezione civile, marchigiani dell'anno». Patassini ha rimarcato il valore di una «comunità» che rappresenta «l'Italia che vogliamo e che amiamo». Con loro, accolto in diversi momenti da applausi, Roberto Oreficini, «l'uomo che ha fatto la storia della Protezione civile marchigiana».
Andrea Mozzoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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