Le concessioni di Meschini e Carancini

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Mercoledì 23 Maggio 2018, 05:04
LA STORIA
MACERATA È dalla fine del 1997 che il collettivo Csa Sisma ha dato vita al centro sociale nella sede comunale di via Alfieri. È stata la giunta guidata da Gian Mario Maulo, infatti, a decidere, con delibera del 30 ottobre 1997, che l'ex scuola materna divenisse il centro sociale della città, affidando tale immobile al Csa Sisma, con la stipula della convenzione del 15 novembre 1997, tra Comune e Csa, che prevedeva la concessione in uso dei locali dell'ex asilo pubblico di via Alfieri, per la gestione di un centro di aggregazione giovanile. La convenzione firmata tra le due parti, tra l'altro, prevedeva l'erogazione da parte dell'amministrazione di un contributo fisso al centro sociale Sisma, che allora era di venti milioni di lire annui, fino alla scadenza della convenzione stessa, prevista per l'anno 2003, poi, però, rinnovata.
La decisione
Fu, poi, l'amministrazione guidata dal sindaco Anna Menghi, nel 1999, a decidere di togliere, per motivi di pubblica utilità, la concessione dell'immobile di via Alfieri al collettivo Csa Sisma. Poco dopo, però, la nuova amministrazione, la prima delle due del sindaco Giorgio Meschini, decise di revocare tale deliberazione della giunta Menghi. Il 16 giugno del 2000, infatti, Meschini attribuisce di nuovo l'uso dell'immobile al Csa Sisma, motivando la decisione con il fatto che «le iniziative del Collettivo Csa Sisma di Macerata, tutte svolte senza scopo di lucro, sono rivolte all'aggregazione giovanile e, per questo motivo, rivestono una valenza sociale, che merita di essere preservata». Da quella data in poi, dunque, il Csa ha goduto dell'uso dell'immobile, destinato a centro sociale, ma da quando si è insediata la prima amministrazione guidata da Romano Carancini, il contributo economico è stato eliminato.
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