Immigrati dormono nei parchi Una task force contro il degrado

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Mercoledì 26 Settembre 2018, 05:04
LA SICUREZZA
MACERATA Dormono dove capita, chi è più fortunato trova un gazebo sotto cui mettere una coperta, chi non lo è, si arrangia sulle panchine. Se offerto, non rifiutano una doccia né un pasto caldo, ma una collocazione in una struttura fuori Macerata, quella sì. Troppo lontano. «Qui abbiamo i nostri amici, le nostre conoscenze», rispondono a chi cerca di toglierli dalla strada e dargli almeno un tetto sotto cui dormire. Per i tanti che restano in strada, le panchine diventano giacigli, le aiuole e gli alberi i loro vespasiani, com'è accaduto ieri mattina per un giovane gambiano sorpreso dalla polizia a urinare accanto a un albero e sanzionato con una multa che difficilmente pagherà.
Il racconto
«La maggior parte delle persone monitorate senza fissa dimora sono regolari sul territorio italiano e, in quanto tali, non possiamo obbligarli ad andare via», spiega la dirigente della Digos, il vice questore Nicoletta Pascucci. Ma gli agenti, su impulso del questore Antonio Pignataro, hanno avviato una scrupolosa attività quotidiana di controllo, monitoraggio, prevenzione e repressione. «L'attività ha spiegato il commissario capo Maria Raffaella Abbate che guida la Squadra Mobile prevede un continuo monitoraggio di tutte le aree frequentate da studenti e da giovani, dai parchi cittadini ai terminal degli autobus, dalla stazione alle zone limitrofe alle scuole fino a tutti quei luoghi sensibili dove abitualmente si incontrano i più giovani. Stiamo lavorando in maniera sinergica con i colleghi della Squadra Volante e della Digos per registrare il fenomeno e intervenire laddove possiamo».
L'impegno
«Cerchiamo di prevenire i fenomeni criminosi ha puntualizzato ieri in conferenza stampa il dirigente della Volante, il commissario capo Gabriele Di Giuseppe e di intervenire per evitare fenomeni di degrado». Come è accaduto ieri mattina quando nel corso di un pattugliamento del territorio una coppia di agenti ha sanzionato un giovane gambiano senza fissa dimora sorpreso a urinare nei giardini nei pressi del Tribunale. «Lo abbiamo sanzionato per atti contrari alla pubblica decenza», ha spiegato Di Giuseppe. Questo è quanto previsto dalla legge. Il reato (art. 726 cp) prevede una sanzione amministrativa pecuniaria che va dai 5.000 ai 10.000 euro, somma che appare difficilmente esigibile da un giovane senza lavoro e senza fissa dimora. Il gambiano, che è risultato avere precedenti contravvenzioni per ubriachezza, è regolare in quanto richiedente asilo.
L'attività
«Controlliamo ogni giorno queste persone ha precisato il dirigente della Volante - ma c'è un limite giuridico che noi non possiamo superare. Si tratta di soggetti che non avendo dimora, ma avendo un valido titolo giuridico per rimanere nel nostro territorio, non possono essere cacciati o allontanati». I primi ad effettuare controlli di natura amministrativa sono gli uomini della Digos: «La maggior parte delle persone che troviamo senza fissa dimora nei luoghi di fortuna ha spiegato la dirigente Pascucci dal punto di vista amministrativo è sul nostro territorio in maniera regolare. Non sono clandestini, hanno permessi per richiedenti asilo politico e permessi per ragioni umanitarie, quindi laddove non commettano reati, da un punto di vista normativo non possiamo procedere né con allontanamenti né con espulsioni. Cosa possiamo fare? Possiamo monitorare ed evitare che questa situazione degeneri, anche attraverso il coinvolgimento di enti preposti all'accoglienza, come la Croce Rossa, le amministrazioni comunali con i servizi sociali, le onlus che operano in questo campo. Con loro cerchiamo di trovare soluzioni da un punto di vista umano, perché vivere in condizioni così disagiate porta con sé una serie di conseguenze che la polizia non può accettare, dal degrado a una tendenza a delinquere che può generarsi».
Il caso
Ma nonostante lo sforzo per trovare loro sistemazioni decorose, non tutti sono disposti ad allontanarsi da Macerata, come ha chiarito il vice questore Pascucci: «C'è una rete di assistenza, la Croce Rossa come la Caritas riescono a trovare alloggi e strutture che si trovano anche fuori provincia, loro non accettano di spostarsi e noi non possiamo obbligarli ad andarci, non abbiamo strumenti giuridici per farlo. Magari accettano la doccia calda, il cibo, ma non vogliono andare via». Preferiscono restare a Macerata, per strada, nei parchi, su panchine o sotto gazebo, sotto la pioggia, al freddo come al caldo, perché qui hanno la loro rete, le loro conoscenze, spesso sono arrivati a Macerata e a Macerata hanno un appoggio.
Benedetta Lombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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