IL COMMERCIO
MACERATA Pioggia, zona arancione, paura, disabitudine. Sono tanti

3 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Aprile 2021, 13:53
IL COMMERCIO
MACERATA Pioggia, zona arancione, paura, disabitudine. Sono tanti gli elementi che remano contro il mercato settimanale, che ieri, per la seconda volta dal ritorno delle Marche in zona arancione, si è animato per le vie del centro cittadino. Che poi usare la parola animato potrebbe anche essere frainteso, perché di gente in giro non è che se ne sia vista così tanta. Il sole della prima parte della mattinata almeno aveva fatto ben sperare gli ambulanti presenti (si è notata più di qualche defezione), ma quando verso le 10.30 il cielo si è rabbuiato e la pioggia ha iniziato a battere il ritmo degli affari, lento già in partenza, ha frenato ulteriormente.
L'emergenza
La disperazione è evidente tra gli operatori, costretti comunque a scendere in strada per tamponare le perdite e salvare il salvabile. Ma non sono in molti a volerci mettere la faccia, scorati da un anno che per loro, tra aperture, chiusure e cambi di colore, definire cervellotico è un eufemismo. La zona tra piazza Mazzini, viale Trieste e lo Sferisterio è sicuramente quella un filo più viva, anche per comodità a livello logistico, per cui un minimo di movimento tra le bancarelle non è mancato. Ma di affari comunque ben pochi, figuriamoci pensare ad assembramenti.
Il racconto
«La gente non gira e se gira compra molto poco, anche perché con un meteo così incerto è tardi per l'invernale ma presto ancora per l'estivo sottolinea Alessio Francioni, che con la moglie Donatella vende calzature in piazza Mazzini , il resto lo fa la zona arancione: di solito si vedevano sempre persone dai paesi limitrofi come Corridonia e Monte San Giusto che venivano a Macerata essendo il mercato più importante della zona. Ma ora non ci si può muovere, per cui ecco che si vedono solo i maceratesi. Noi proviamo lo stesso a venire ogni settimana piuttosto che stare a casa a braccia conserte, ma è dura andare avanti così». Solo i più coraggiosi si inerpicano fino in piazza della Libertà salendo lungo la piaggia della Torre, che ai tempi belli di mercoledì mattina era anche difficile da attraversare tra bancarelle una in fila all'altra e gente assiepata a curiosare in cerca dell'offerta. Ieri poca gente tra le 5-6 attività che tengono duro nonostante tutto. E in piazza non è che lo spettacolo fosse migliore. «Qualche ambulante non si è presentato proprio questa mattina, uno qui vicino è andato via quando ha iniziato a piovere spiega Fabiola Lambertucci, attività di abbigliamento donna, indicando alcuni stalli vuoti nel cuore della piazza . Il meteo incide molto sugli affari al mercato, la zona arancione in sé non è il problema: il problema è che dopo un anno così, tra restrizioni che vanno e vengono continuamente, la gente o non esce proprio o quando lo fa è intimorita e restia negli acquisti».
Lo sfogo
«Stare a casa a piangere non è la soluzione - prosegue -, ma l'errore è stato quello, a inizio pandemia, di colpevolizzare le attività all'aperto come la nostra: al mercato non ci sono problemi se c'è la necessità di far rispettare le distanze e tutto il resto, il contagio all'aperto è molto meno probabile rispetto a un luogo chiuso. Potremmo lavorare in sicurezza più di chiunque altro: meglio che non ce lo dicono per niente. A cosa è servito? E chi paga ora?».
La reazione
Poco più là, Massimo Angelucci ha già iniziato a riporre i vestiti che sperava di vendere. «Posso avere la domanda di riserva? scherza ma non troppo al semplice com'è andata stamattina? . Gira poca gente a causa della zona arancione e il resto lo sta facendo il meteo. Continuiamo a venire per provare almeno a coprire le spese, ma è dura, anche perché di aiuti dallo Stato se ne sono visti ben pochi». Anche un volto storico del mercato come Enrico Masseroni china il capo e spera in tempi migliori. «Tanto oggi quanto mercoledì scorso abbiamo lavorato ben poco dice da dietro i manichini poggiati sulla sua bancarella di abbigliamento a pochi metri dallo Sferisterio non so se sia paura o cos'altro, ma la gente non esce, sta perdendo l'abitudine a venire al mercato. La speranza è che la ritrovi strada facendo, noi dobbiamo continuare a venire e farci vedere. Io vengo da 50 anni e continuerò a farlo».
Marco Pagliariccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA