IL COMMERCIO
MACERATA Centri commerciali, retail park, parchi commerciali. La

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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 05:05
IL COMMERCIO
MACERATA Centri commerciali, retail park, parchi commerciali. La lotta in punta di cavillo aveva scaldato la marcia di avvicinamento verso il Natale, ma ora è un vento di desolazione quello che spira sulle grandi strutture di vendita del Maceratese. Strette tra le paure di una clientela che fatica ad arrivare a fine mese, il boom delle vendite online e le chiusure forzate dei weekend, ormai la sfida è quella di resistere a una mareggiata della quale non si scorge la fine. È nella voce dimessa dei direttori di queste strutture la fatica di tenersi in piedi nonostante gli affari vadano a picco.
L'impegno
Paolo Pagnanelli Fusari era stato il battagliero coordinatore dei negozianti del retail park di Montecassiano, che era sfociata in incontri con il prefetto e un flash mob per gridare con forza l'ingiustizia che sentivano sulla loro pelle per essere costretti a chiudere in ottemperanza all'interpretazione più restrittiva del dpcm del governo Conte. Quella rabbia c'è ancora, ma con essa la frustrazione di non trovare soluzioni alternative. «Abbiamo fatto il possibile per affermare le nostre ragioni, inasprendo anche i rapporti con le istituzioni confessa Pagnanelli, titolare del negozio Gilda Store ma manca la volontà di prendersi la responsabilità diretta di interpretare in una maniera più permissiva il decreto, come invece è stato fatto in altre regioni. Se il prefetto di Perugia agisce in maniera diversa da quello di Macerata vuol dire che margine di manovra c'era. Qui lavorano una cinquantina di persone, non so in quante manterranno il lavoro dopo tutto questo. Io ho una commessa che è in cassa integrazione al momento, ma non so se passato tutto questo la terremo, non ho soldi per pagarla. In uno scenario del genere, i saldi sono passati praticamente inosservati. Qualcosina in più si è venduto nei primissimi giorni, ma parliamo davvero di variazioni impercettibili. La gente si è abituata a questo clima di malessere generalizzato».
La rassegnazione
L'altro braccio di quella protesta era stato il Corridomnia Shopping Park, dove erano fioccate multe ai negozianti che forzarono la mano aprendo in barba alle normative anticovid. E anche il patron della struttura corridoniana Alfio Caccamo sembra rassegnato a questa abulia generalizzata. «Non abbiamo più portato avanti iniziative e istanze perché alla lunga ti viene la nausea taglia corto Caccamo e i saldi non hanno cambiato granché la situazione, perché il problema è a monte: se non si può uscire che senso ha andarsi a comprare un vestito? Se non si può andare a fare una passeggiata al centro commerciale nel weekend, momento in cui si fanno più affari, a chi vendiamo? Tutti ci dicono non vi preoccupate ma all'atto pratico nessuno fa niente per aiutare le nostre strutture».
I timori
La paura è che diversi negozi non riescano a rialzarsi da questa situazione, anche all'interno di una delle strutture ormai storiche del commercio maceratese, il centro commerciale Val di Chienti. «Saldi o non saldi, il problema vero sono le chiusure nel fine settimana e nei festivi e pre festivi, ovvero le giornate in cui si incassa il grosso del fatturato sottolinea il direttore Gianluca Tittarelli il resto lo ha fatto il divieto di spostarsi tra Comuni ed ecco che i saldi sono diventati molto meno incisivi sulle vendite. È ovvio che la voce di Piediripa sia dura da far sentire a Roma, ma l'auspicio è che le associazioni di categoria che ci rappresentano riescano a smuovere qualcosa: obbligateci a entrate scaglionate, a rilevare la temperatura, a controlli serrati, siamo pronti a farlo. Ma non fateci stare ancora chiusi. Alcune attività da noi sono in difficoltà seria e non so se ripartiranno».
Marco Pagliariccio
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