Ex Upim, il Comune dice no Scoppia la grana con Unimc

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Domenica 24 Giugno 2018, 05:04
LA BOCCIATURA
MACERATA Le lungaggini del percorso burocratico avevano suscitato più di una preoccupazione e lasciato supporre che la risposta del Comune al piano presentato dai proprietari dei locali e da Unimc per i locali ex Upim di Galleria del Commercio potesse essere in qualche modo negativa e così è andata. Il Comune ha atteso fino all'ultimo giorno utile dei sessanta disponibili per dare una risposta al permesso a costruire per un immobile chiuso da circa un decennio e ieri sarebbe partita la lettera alle parti in causa.
L'ultimo giorno
La richiesta, in sostanza, non è stata accolta. In assenza di comunicazioni ufficiali dal Comune e dell'Ateneo, ieri impegnato con la maxifesta del laureato, ci deve rimettere ad indiscrezioni ufficiose ma attendibili. Il Comune chiede modifiche che rendano raggiungibili da luce diretta il piano interrato: una richiesta che necessita di approvazione delle assemblee condominiali dei vari palazzi che insistono sulla Galleria del commercio visto che si tratterebbe di aprire dei varchi sull'attuale passaggio pedonale. Operazione, se approvata dai condomini, tecnicamente possibile ma destinata ad allungare i tempi di realizzazione dell'opera che Unimc reputa addirittura emergenziale e a far dilatare i costi.
La dilazione dei tempi e dei costi
A distanza di un anno dalla formalizzazione della richiesta ora salta fuori la questione della necessità della luce diretta e non artificiale nel piano interrato. Si dice anche che, in tutto questo lungo conversare, sia modificata anche la normativa antisismica e antincendio ma siamo alle voci. Nella sostanza c'è che la tanto attesa riposta del Comune non segna la data di inizio dei lavori per l'ex Upim. Tutt'altro. Probabilmente la pietra tombale a giudicare dall'assordante silenzio che arriva da Unimc. Un qualche imbarazzo deve esserci anche dalle parti del Comune visto che nessun amministratore si è preso la briga di ufficializzare la decisione presa. In definitiva l'Ateneo che pensava di avere nuovi spazi pronti per il prossimo anno resta a mani vuote pur dovendo dare risposte a un crescente numero di iscritti. Nessuno parla ma la tensione è palpabile ad iniziare dai commercianti del centro storico che pensavano di ritrovarsi con un contenitore di nuovo vitale ed attrattivo. Ed invece? A caldo la prima sensazione è appunto quella che Unimc decida di mettere la parola fine al progetto ex Upim, peraltro pensato anche per rivitalizzare il centro marcando la storica presenza. Prima la vicenda delle piscine con l'allora rettore Luigi Lacchè che annunciò la volontà di uscire dal progetto del Comune inizialmente sostenuto dopo 10 anni di inutili attese ed ora l'ex Upim.
Il messaggio politico
Si può non parlare del messaggio politico dato dal Comune all'Università di Macerata ma è di tutta evidenza il fatto che il no a un progetto di recupero di un contenitore del centro storico vuoto da un decennio determina una serie di effetti negativi anche sull'economia. Il rettore Francesco Adornato ha un carattere molto diverso dall'ex rettore Alberto Febbrajo che alla sua epoca ebbe la geniale intuizione di aprire Mediazione linguistica a Civitanova, poi rientrata con i mille studenti di allora a Macerata per decisione dell'ex giunta rivierasca. Ci fosse stato Febbrajo oggi sul ponte di comando di Unimc avrebbe già messo l'Ateneo sul treno in marcia verso Civitanova dove Ciarapica sorride all'idea di ritrovarsi con qualche migliaio di studenti. Adornato, e gli altri vertici accademici, magari starà cercando di farsi sbollire l'ira prima di parlare ma, lato emotivo a parte, c'è un problema di spazi da risolvere e subito. Intanto sarà bene che anche il Comune chiarisca il punto legato alla presenza dell'Ateneo in città e agli spazi da individuare.
I motivi di una scelta
L'immobile ex Upim era stato scelto dall'Università per una serie di motivi: per la posizione centrale, si presta ad accogliere simultaneamente diversi eventi, ha elevati requisiti di sicurezza e permette di avere a disposizione spazi ampi da destinare alle aule senza i vincoli derivanti da setti in muratura portante. Unimc aveva rivisto la filosofia progettuale del restauro anche alla luce dell'esigenza, manifestata dal Comune, di avere al piano terra dei locali da poter utilizzare per mostre o per l'attività convegnistica. Un intervento milionario pensato per trasformare l'ex Upim in un polo didattico per seicento studenti.
Luca Patrassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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