Droga, ora lo shopping è sul web «L'ultima emergenza è lo skunk»

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Martedì 11 Ottobre 2016, 05:00
LO SPACCIOMACERATA È un fenomeno in crescita quello che si lega allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si percepisce una maggiore richiesta, soprattutto di hashish e marijuana, che rende il territorio appetibile tanto per la criminalità organizzata, quanto per singoli individui che si dedicano alla coltivazione in casa. Anche per questi ultimi una sentenza della Cassazione del 2015 ha ribadito che il fatto costituisce sempre reato. È lunga la scia di operazioni effettuate dalle forze dell'ordine per contrastare il traffico di droga. L'ultima in ordine di tempo quella che ieri ha portato al sequestro di oltre sei chili di marijuana, coltivati nelle campagne di Appignano. Del resto anche negli ultimi mesi finanzieri, carabinieri e polizia hanno messo a segno una serie di blitz in tutto il Maceratese.
Il quadro
In questo quadro allarmante si inserisce l'analisi elaborata da Stammibene, il braccio operativo del Sert di Macerata, che da molti anni è impegnato in attività di prevenzione, con campagne di informazione su alcol e droghe, per arginare i comportamenti a rischio, soprattutto tra i più giovani. Impossibile non notare i colorati stand, le unità mobili di Stammibene, ad ogni evento aggregativo, festa o concerto organizzato nel territorio. «La percezione - sottolinea Paolo Nanni, comunicatore del progetto Stammibene- è che sia cresciuto il fenomeno del microspaccio, che rende ancor più difficile l'attività delle forze dell'ordine. D'estate lo spaccio avviene nei luoghi della movida, come le discoteche o gli spazi aperti, d'inverno direttamente nei domicili privati. Basta recarsi in gruppo in un'abitazione per avere la droga di cui si ha necessità».
«La marijuana è la sostanza più diffusa tra quelle illegali - prosegue Nanni - dai dati sulla sperimentazione, che conduciamo attraverso la compilazione di schede anonime da parte di persone tra i 14 e i 40 anni, emerge che il 55% ha fatto uso della sostanza almeno una volta nella vita. La diffusione non significa che tutte le persone ne abusino quotidianamente. Non esiste un profilo del consumatore, esiste un uso variegato». Chi fa uso di droghe può essere così catalogato: «C'è chi può definirsi un explorer, vuole provarle tutte almeno una volta nella vita- spiega Nanni- chi è un affezionato e consuma esclusivamente la stessa sostanza e, la categoria più in crescita, quella del poliassuntore. Solo per fare un esempio a inizio serata il poliassuntore può utilizzare la cocaina per tirarsi su, spesso in connubio con l'alcol e a fine serata la marijuana o addirittura l'eroina per mitigare gli effetti negativi della ricaduta».
Che la marijuana sia un passepartout per accedere alle droghe convenzionalmente dette pesanti, secondo Nanni, è un concetto superato: «Tutte, secondo gli studi scientifici, sono potenzialmente sostanze-cancello - dice - e nessuna lo è. Se ci focalizziamo su hashish e marijuana il mercato si è evoluto, si trovano molte sostanze geneticamente modificate come lo skunk, una varietà di cannabis che contiene un concentrato di Thc che può arrivare al 25%, superiore quindi al 4% normalmente contenuto. Si possono reperire in due modi. Sul web sotto la dicitura di smart drugs: contengono molecole non ancora individuate dalle istituzioni e per questo paradossalmente legali. Oppure attraverso la nuova frontiera di internet, il deep web, un sottobosco digitale a cui si accede attraverso un browser particolare. Sono pericolose perché gli effetti non sono prevedibili anche per gli stessi esperti».
Le dipendenze
Il mantra moderno dello sballo a tutti i costi, però, si può toccare con mano: «Empiricamente, anche se non possiamo confermarlo con i dati - tiene a precisare Nanni - è possibile che chi fa uso di alcol non disdegni quello di sostanze, perché le dipendenze si attirano tra loro».