Una discarica nel monumento naturale dei dinosauri a Sezze

Una discarica nel monumento naturale dei dinosauri a Sezze
di Rita Cammarone
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Lunedì 19 Aprile 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 09:24

Tracce di pale meccaniche e di transito di automezzi accanto alle impronte di dinosauro. E non solo. All'interno del perimetro del monumento naturale una montagna di rifiuti in massima parte inerti. Evidenze che mettono a rischio l'icnosito di Sezze. E' l'allarme lanciato il mese scorso dalla Regione Lazio, a seguito di sopralluogo dei responsabili della direzione Capitale naturale, parchi e aree protette. E il Comune di Sezze corre ai ripari. Il 15 aprile scorso il commissario straordinario Raffaele Bonanno, alla guida dell'ente municipale setino, ha emesso un'ordinanza a carico dei proprietari del sito dell'ex cava Petrianni, all'interno del quale si trovano le impronte di dinosauro.

L'ordinanza

Il provvedimento del commissario indica un termine di 30 giorni per la rimozione dei rifiuti «senza arrecare danni alle evidenze archeologiche presenti». L'ordinanza dispone anche che gli eredi Petrianni provvedano «a loro spese e cura nel termine indicato, alla rimozione e gestione e allo smaltimento dei rifiuti di ogni tipologia presenti in detta area, nel rispetto della normativa di riferimento, con esibizione della documentazione comprovante la rimozione e lo smaltimento».
Tutto è nato da un sopralluogo di funzionari della Regione Lazio avvenuto il 18 marzo in cui sono stati rilevati recenti movimenti di terra che hanno determinato un accumulo di rifiuti in larga parte inerti. Circostanza, quest'ultima, confermata otto giorni dopo dall'accertamento svolto dalla Polizia Locale. Il commissario ha stabilito che prima dell'inizio degli interventi di rimozione dei rifiuti i soggetti obbligati dovranno dare comunicazione alla competente Soprintendenza, oltre che a Regione e Comune, «del piano d'intervento» e che dovranno «attenersi alle prescrizioni che saranno impartite dagli organi competenti ai fini della tutela delle evidenze storiche presenti nel sito».

In caso di inadempienza, il Comune provvederà d'ufficio, con spese e oneri a carico dei soggetti obbligati, con la conseguente applicazione delle sanzioni; contro il provvedimento è ammesso ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica entro i termini di legge.

La lettera

Nella nota inviata al Comune di Sezze, la Regione Lazio ha inoltre evidenziato «l'importanza dell'icnosito di Sezze e del significato che ricopre all'interno della paleontologia italiana e nel contesto della ricostruzione paleogeografica nella lontana preistoria». Una premessa che vale la stoccata successiva rivolta proprio all'ente municipale. «La vulnerabilità del contesto tutto si legge -, tra sito paleontologico, giacimenti paleolitici, testimonianze archeologiche e aspetti naturalistici, deve essere ben compresa dal soggetto gestore, Comune di Sezze, in quanto rappresenta un unicum sul quale puntare per la definizione di un nuovo modello di approccio al territorio e alle sue molteplici valenze, nell'ottica della conservazione e di una fruizione attenta». La Regione ha quindi ricordato al Comune di essere stato destinatario, lo scorso dicembre, di 100mila euro finalizzati alle necessità di tutela del patrimonio paleontologico e di realizzazione di un sistema di fruizione dell'area protetta. L'obiettivo era quello di mettere in condizione il Comune di intervenire, primariamente per una messa in sicurezza del sito paleontologico ma anche per evitare ulteriori situazioni di minaccia all'esistenza stessa del contesto. Dunque, con l'occasione, la Regione ha richiesto al Comune di procedere da subito alla tabellazione perimetrale dell'area, alla interdizione dell'accesso carrabile abbandonato e all'attivazione delle procedure per utilizzare i fondi assegnati.
Rita Cammarone
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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