Primo giorno di green pass. I gestori: «È un peso in più»

Primo giorno di green pass. I gestori: «È un peso in più»
di Bianca Francavilla
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Sabato 7 Agosto 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 08:45

 L'epoca del green pass obbligatorio per entrare nei locali al chiuso è iniziata. Da eri ci si può sedere al tavolo di un ristorante, bar o pub solamente se si è in possesso del certificato verde che attesta almeno una dose di vaccino o l'esito del tampone negativo eseguito non oltre 48 ore prima. La nuova regola decisa a livello nazionale ha portato i titolari delle attività ad organizzarsi in fretta e furia per essere in regola e non rischiare una multa da 400 euro in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine. Nella giornata di avvio delle nuove disposizioni c'è un po' di timore da parte degli esercenti, che condividono le motivazioni per cui vengono richieste queste verifiche, ma si dicono preoccupati di come i clienti potrebbero prenderle. «Fuori non abbiamo un grande spazio spiega Gian Pietro Bordignon della pizzeria Testa o Croce di Latina e quindi non abbiamo potuto decidere di aprire solo fuori per evitare di chiedere il green pass ai clienti. Manterremo sia i tavoli all'aperto che quelli al chiuso e ci sarà una figura nuova, che certamente rappresenta una ulteriore spesa per il locale, incaricata di verificare documento di identità e certificato verde di chi entra. In pratica ci trasformeremo in pubblici ufficiali. Dispiace che non si sia pensato ad una soluzione per non gravare sulle attività. Ad esempio, a mio avviso, lo Stato avrebbe potuto mandare i titolari di reddito di cittadinanza a verificare i green pass, così da tenere lontano il Covid senza gravare sulle attività. A parte questo restano dei dubbi, che speriamo ci vengano chiariti presto: i dipendenti devono avere il green pass? Cosa fare con i dipendenti che non lo hanno? Se un cliente deve solo entrare per andare al bagno lo deve avere?».

A soffrire di più delle nuove regole sono sicuramente i ristoranti dove il servizio si svolge esclusivamente al chiuso, perché ad oggi il green pass non è richiesto per bar e ristoranti all'aperto, né per le consumazioni al bancone. Tra questi c'è Italo il Velletrano, situato sul lungomare di Latina dove i clienti non hanno la possibilità di mangiare all'aperto senza presentare documenti, ma sono costretti a passare per un dipendente che tramite la app verifica l'autenticità del certificato verde. Il titolare Gianluca Di Cocco ha però sollevato un dubbio sui social che riguarda il funzionamento della app Verifica19, indicata dal governo per il controllo. Avrebbe infatti fatto delle prove secondo le quali certificati veri appaiono falsi. Va meglio a chi d'estate concentra la maggior parte del proprio lavoro all'esterno, come in zona pub «che si sviluppa per il 70% all'esterno e per il 30% all'interno. Da qui a settembre la situazione sarà gestibile spiega Erasmo Berti, titolare di Bivio Latina - ma bisognerà vedere l'andamento, i controlli e come reagiranno i giovani». Anche locali gourmet come Satricum sono pronti e tirano un sospiro di sollievo perché «per fortuna spiega Maximiliano Cotilli utilizziamo ampiamente l'esterno, quindi ci sarà poco bisogno di utilizzare il green pass. Però per chi vuole occupare tavoli interni scansioniamo il certificato tramite la app all'ingresso». Bianca Francavilla
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