L'insaziabile Del Prete e le mire sui rifiuti di Latina e Terracina

L'insaziabile Del Prete e le mire sui rifiuti di Latina e Terracina
di Laura Pesino
4 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Luglio 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 08:51

 Nelle elezioni amministrative di Latina del 2016 Raffaele Del Prete vuole a tutti i costi che sia eletto in Consiglio comunale un commercialista, Matteo Adinolfi, che è capolista della formazione politica Noi con Salvini. Imprenditore di origine napoletana da tempo gravitante sul territorio pontino, opera nel settore della raccolta dei rifiuti e delle bonifiche attraverso due società a lui riconducibili, la Del Prete srl e la Del Prete Waste Recycling. E' lui a chiudere l'accordo con il clan per procurare voti al suo candidato di riferimento, è sempre lui a contattare il referente dei Di Silvio Agostino Riccardo e a recarsi senza remore ai numerosi incontri organizzati per lo scambio di denaro.
Il collaboratore di giustizia lo descrive come un corrotto, amico intimo di Armando Lallà Di Silvio al quale, racconta sempre Agostino Riccardo, aveva in passato fatto smaltire tutti i materiali della sua fabbrica che si trova nel quartiere di Campo Boario. Sapeva bene che, parlando con Riccardo, si stava servendo dei servizi del clan rom e proprio per questo precisa, fin dalle prime battute della definizione dello scambio, che né Armando né i suoi figli dovevano presentarsi nella sede del partito. Il suo interesse era solo che vincesse il partito di Salvini e in ogni caso il candidato al Consiglio Matteo Adinolfi, tanto che alcuni esponenti del clan, tra cui Renato Pugliese e Gianluca Di Silvio, arrivarono a una cena elettorale, con tanto di pass concesso dal segretario Emanuele Forzan, a cui partecipò lo stesso leader Matteo Salvini: «Ridevamo con Gianluca racconta agli investigatori Pugliese in quanto Salvini andava contro i Casamonica e poi noi zingari facevamo la campagna per la sua lista». Così l'imprenditore paga per garantire voti e visibilità dei manifesti. E un unico obiettivo lo muove nell'intrecciare rapporti con la politica: conseguire illecitamente il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle attività connesse.


LE MIRE DELL'IMPRENDITORE
Nel 2016 scrive il gip Bernadette Nicotra Del Prete controllava in regime di quasi monopolio la gestione dei rifiuti in provincia ma per chiudere il cerchio aveva un'aspirazione: l'affidamento del servizio nella città di Latina, ancora in mano a Latina Ambiente, sintomatico di un interesse predatorio che lo porterebbe a massimizzare i profitti». Puntava dunque dritto al capoluogo Raffaele Del Prete, e per farlo contava evidentemente sull'appoggio di Adinolfi, ma il risultato elettorale non premia i suoi sforzi e così cerca appoggi nel centrosinistra del capoluogo rivolgendosi a Mauro Visari, ex consigliere, mentre guarda più concretamente a Terracina dove la delega ai rifiuti, con l'elezione di Nicola Procaccini, viene assegnata a un altro esponente del partito di Salvini, Francesco Zicchieri, con il quale parla direttamente (né Zicchieri né Visari sono indagati in questo procedimento) senza nascondere un certo disappunto per la mancata delega all'Ambiente.
Nonostante non riesca ad ottenere nulla da una parte e dall'altra e nonostante il suo coinvolgimento, nel 2017, nell'operazione Touchdown su appalti pilotati al Comune di Cisterna, Del Prete non si è però mai fermato e anche dopo il procedimento penale che lo ha visto direttamente coinvolto è riuscito ad aggiudicarsi con le sue aziende significativi appalti in diversi comuni delle province di Latina e di Roma, che vengono puntualmente elencati dal gip nella nuova ordinanza di custodia cautelare: tra il 2017 e il 2020 si aggiudica con la Del Prete srl appalti a Prossedi, Minturno e Cori per cifre che vanno da 100mila euro a oltre quattro milioni; con la Waste Recycling srl vince altri due appalti a Cori, uno a Pomezia e uno a Ciampino, per importi che vanno da 30mila euro a due milioni. Continuano dunque le aziende di Del Prete conclude il gip ad ottenere appalti nel settore rifiuti nello stesso territorio dove sono stati registrati i fatti illeciti, dunque è concreto ed attuale il pericolo di reiterazione anche con riguardo alla personalità del prevenuto e alla sua acclarata capacità delinquenziale.
Laura Pesino
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA