Vestiti e scarpe nuove In vetrina lo shopping su misura per i clienti

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Sabato 16 Maggio 2020, 05:04
Igolfini impilati sugli scaffali aspettano solo di essere indossati. Giacche e abiti leggeri pendono dalle grucce tirate a lucido. Sandali e scarpe eleganti fanno capolino dalla vetrina. Lunedì si riparte. Dopo più di due mesi, negozi di abbigliamento e calzature rialzeranno le serrande. Sono ore frenetiche, queste. Dopo le sanificazioni, ora si pensa ai dettagli. Si spolvera e si fa l'inventario, sperando che lunedì i clienti entrino. «Un po' di timore c'è», dice Roberta Iacoponi. A Monte Urano gestisce il negozio di abbigliamento Icon. «Si capisce che c'è voglia di ricominciare», spiega la commerciante che quest'anno si era attrezzata per vendere anche abiti da cerimonia e per il mare.
Le comunioni
Le chiusure forzate hanno sparigliato le carte. Con matrimoni e comunioni rinviati a data da destinarsi e l'incognita delle spiagge, i capi sono rimasti lì. Ora, dopo ogni prova, dovranno essere sanificati. «Lo spray che dovremo usare, per alcuni tessuti, può essere pericoloso. Se si macchiano, che facciamo?», si chiede la ragazza che pensa a quanto mascherine e ingressi contingentati cambieranno il rapporto coi clienti. «Il mio dice è un negozio di paese. I clienti sono anche amici. Sarà un po' surreale, ma dovremo adattarci». Su qualche vetrina, vicino alle regole per entrare, già campeggiano i cartelli dei saldi. Per non far finire in magazzino la merce di un'intera stagione, rimasta invenduta. Vero è che sono stati aboliti gli oneri contrattuali, cioè i rivenditori, in questo momento, possono non pagare i produttori. Il nodo, però, resta. Perché senza incassi, le grandi aziende rischiano di non riuscire a produrre per la prossima stagione e il meccanismo di incepparsi. «Sarà un problema dice Chiara Santucci di Magi Boutique, a Falerone , noi siamo fortunati perché la nostra è un'attività a gestione famigliare e non abbiamo un affitto da pagare, altrimenti sarebbe impossibile ripartire». Le nuove regole cambieranno il modo di fare shopping. Non ci si potrà più chiudere in camerino con una pila di capi da provare. E allora ci si ingegna. «In base alle richieste fa sapere la commerciante , pensiamo di proporre diversi look. I clienti proveranno quelli che preferiscono. Quello che non compreranno e che non potrà essere trattato con i prodotti per la sanificazione, lo metteremo per 48 ore in un camerino apposito». Nei negozi si entrerà in base alla capienza. Niente più acquisti di gruppo, con famiglie o amici al seguito, per intenderci. «Ma il bello dello shopping è passare un'ora di svago, magari in compagnia», dice l'esercente che, per non togliere ai clienti il piacere di fare spese insieme, sta pensando di aprire anche su appuntamento. I suoi tre punti vendita (Fermo, Porto San Giorgio e Grottazzolina), Alessandro Buschi li riaprirà lunedì pomeriggio. «C'è tanta paura, ma anche fiducia. Quest'estate non ci saranno manifestazioni. Erano un aiuto e, lavorare senza, non sarà facile», dice.
Lo studio
Le regole, dentro i locali, vanno ancora studiate. Probabilmente, i capi a contatto con la pelle non si potranno provare. A preoccupare il commerciante è soprattutto la reazione dei clienti. «I nostri ragiona sono beni non essenziali. Dopo tre mesi in tuta, speriamo ci sia voglia di prendersi un po' cura di sé». Per rialzare la serranda, Lucia Catena aspetterà mercoledì prossimo. «Speriamo nella voglia di normalità della gente. Abbiamo perso cerimonie e comunioni. Per ripartire, metteremo dei capi in sconto. Di questi tempi, già si sarebbe dovuto vendere l'estivo. Quest'anno sarà tutta una grande incognita», commenta la titolare della boutique Viale dei Pini, a Porto San Giorgio. Non vede infine l'ora di rialzare le serrande Goffredo Cognigni, del Calzolaio Store, tre punti vendita tra Porto Sant'Elpidio, Porto San Giorgio e Rapagnano. «Siamo contenti di ripartire, ma sarà come essere nati di nuovo. Bisognerà ricominciare a capire le esigenze della clientela». In questi giorni, il commerciante ha sistemato i negozi. «Consigliamo di indossare un capo dice solo se veramente convinti di comprarlo, altrimenti dovremmo metterlo in magazzino per 24 ore». Tempo che raddoppia per i capi riportati indietro per il cambio.
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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